1. La festa di Marco


    Data: 26/02/2019, Categorie: Etero Autore: Bigluca

    ... gemiti cominciavano a farsi più forti. Poi sostituii la bocca alle mani e cominciai a leccarle prima le grandi labbra e poi, avvicinandomi con movimenti concentrici, le piccole, evitando con cura di sfiorare il clitoride che si ergeva infiammato. Patrizia cominciò ad implorarmi di farla godere, ché non ce la faceva più, ma finsi di non sentirla e solo quando la sentii completamente dipendente dalle mie labbra e dalla mia lingua, le presi di sorpresa in bocca il clitoride, cominciando ad aspirarlo avidamente. Patrizia fu percorsa da un'ondata inarrestabile di piacere, che la scosse da cima a fondo e mi bagnò la faccia di umori che ormai scendevano copiosi. Decisi che era giunta l'ora di penetrarla e mi liberai dei pantaloni e dei boxer, pur essendo ancora conscio del fatto che chiunque si fosse avvicinato al laghetto ci avrebbe potuti scoprire da un istante all'altro. Avvicinai la cappella già violacea all'entrata della splendida fessura e, non appena Patrizia si fu ripresa, la penetrai lentamente e cominciai a pomparla sempre più forte, afferrando con le mani quelle poppe da sogno che mi facevano tanto impazzire. Ricominciò a gemere quasi subito, segno che era tutt'altro che sazia e che cominciava a prenderci gusto. Dopo un paio di minuti, la girai alla pecorina e la presi così, scopandola da dietro mentre con una mano che stringeva un seno da dietro e l'altra che la sublimava cercando di penetrare l'altro buchetto con un dito. Mano a mano che pompavo anche l'altro ...
    ... orifizio cominciò ad allargarsi ed a stillare e cominciavo a morire dalla voglia di sfondare quel culo da favola. Aspettai che Patrizia godesse un'altra volta e prima che si riprendesse estrassi il cazzo dalla sua dolce figa e appoggiai il glande sull'ano, nel tentativo di penetrarla. A confronto con la cappella enorme e congestionata per la scopata, l'orifizio sembrava piccolissimo, ma infoiato com'ero cominciai a spingere senza pormi troppi problemi. Patrizia prese a lamentarsi e a dire che era troppo grosso e, non appena sforzai per fare entrare tutta la cappella quasi gridò dal dolore al che capii che quel buco era ancora vergine. Immersi le dita nella sua figa ancora grondante e le introdussi poi ancora bagnate nel suo culo. Vi riappoggiai il cazzo e ripresi a spingere, carezzandole le chiappe mano a mano che provavo a penetrarla. Patrizia continuava ad opporre una certa resistenza ed alla fine non ne potei più e con un gran colpo di reni entrai fino a metà cazzo e con una seconda spinta decisa giunsi a battere i coglioni sul suo culo. Lanciò un urlo di autentico dolore per la forza con cui le avevo sverginato quel buco e per un attimo temei che qualcuno l'avesse sentita. Poco me ne importava ormai e presi a muovermi lentamente, nonostante lei mi chiedesse di restarmene fermo. Un po' alla volta, però, sentii che cominciava a rilassarsi e prese a masturbarsi mentre avevo iniziato a pompare come un forsennato nel suo culo. Mi implorò di non fermarmi e continuare che stava per ...