Appartenenza (seconda parte)
Data: 27/02/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: boreetoah
... disgustato. Quindi abbassò lo sguardo arrossendo, sentendosi umiliato per questo rifiuto. Ma Fausto gli fece sollevare il viso, tenendolo per il mento e ricominciò a riempirlo nuovamente di baci, sulle labbra gonfie e rosse per quelli che si erano già scambiati; gli diede piccoli e dolci baci con tutta la tenerezza di cui era capace, continuando a tenerlo stretto, quasi potesse scappargli via. Per lui era una sensazione nuova e anche lui era spaventato. Non aveva mai pensato di poter desiderare in quel modo un altro ragazzo, un uomo. Eppure lo voleva. Con tutto se stesso. Forse non sapeva esattamente neanche lui come si ama un uomo, ma una cosa era sicura: non avrebbe mai permesso a Fulvio di mettersi in ginocchio. Davanti a nessuno, neanche a lui, neanche per dargli piacere. Quel corpo fremente tra le braccia lo faceva sentire vivo attraverso il calore e lo slancio che gli trasmetteva. Lo faceva sentire vivo dopo così tanto tempo che gli sembrava di essere una persona nuova. Un altro Fausto. E di questo gli sarebbe sempre stato grato. Fulvio gli ridava la vita, il cuore, il sangue che sentiva pompare con foga nelle vene, per via di quell’eccitazione che lo pervadeva dalla punta dei capelli alle unghie dei piedi. Tutto in lui si muoveva, era vita. Ed era bello. Bello sentirsi amati. Bello lasciarsi amare. Lo voleva tutto; voleva esplorarlo , dargli piacere, renderlo felice, rendergli grazie per quello che gli stava facendo provare. Così cominciò a baciargli tutto il viso ...
... con delicatezza , gli leccò e succhiò le labbra, percependo il suo respiro che accelerava nuovamente e poi proseguì scendendo lungo il collo, mentre lui lo inclinava da un lato per dargli più libero accesso. Si fermò con le labbra sulla giugulare e socchiuse le labbra a fargli sentire la lingua che si muoveva a solleticarlo. Sentì il suo battito veloce e il sospiro di piacere, mentre appoggiava il capo sulla sua spalla dove erano già le braccia a sostenerlo per questa nuova emozione che gli faceva tremare le gambe. Fausto non poté più trattenersi, lo prese in braccio facendogli sollevare le gambe attorno alla vita e si diresse verso il letto. Qui lo adagiò lentamente sulla schiena e si posizionò in ginocchio tra le sue gambe aperte. Rimasero a guardarsi, mentre il fragoroso silenzio dei loro sguardi esprimeva più di mille parole. Era un dialogo muto nel quale si raccontavano emozioni, sentimenti, desideri, sofferenze , dolori, attese e voglia di amare. Voglia di sentirsi l’uno dell’altro. Voglia di appartenersi. Fausto pensò a come dargli piacere e, riflettendo su ciò che avrebbe voluto lui, iniziò a mettere in pratica il suo proposito. Cominciò ad ammirare per bene quel corpo e a prenderne conoscenza. Vide la pelle chiara e i pochi peli. I capezzoli eretti e i fianchi sottili. Vide gli occhi pieni di serena attesa, di fiducia, di abbandono. Con un dito percorse il contorno del volto, scese lungo il collo e, aprendo la mano, appoggiò tutti e cinque i polpastrelli delicatamente ...