L'assistente - parte ii
Data: 02/03/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: pratobsx
... profondamente. Poi continuò la corsa verso il suo orgasmo; prese la sua vittima per le spalle per avere miglior presa nelle spinte. Affondò i denti nella spalla destra di Samuele nel momento in cui senti risalire dai coglioni l’orgasmo che stava inseguendo. Con un ultimo, profondo, violento affondo entrò completamente nel culo del ragazzo, completamente quasi da infilarci anche le palle. Finita la sborrata si alzò senza dire niente e si avviò verso il bagno. Sulla porta si fermò, si girò verso il letto. Samuele era ancora nella stessa posizione, stava ansimando, il buco del culo ancora aperto, il morso sulla spalla con qualche goccia di sangue. Sorrise compiaciuto di se stesso: “Bella cavalcata, questo ragazzo fa proprio per me, forse è quello giusto” pensò Marco entrando nella doccia.
Dopo essersi rigenerato sotto il getto della doccia uscì. Ad aspettarlo, seduto sul cesso, ancora nudo e bello come al solito, c’era Samuele. I due si guardarono negli occhi.
“Sei stato grande stamani, essere stuprato da te mi ha eccitato da matti, spero che vorrai prendirmi di nuovo così violentemente”.
“Devo andare a lavoro subito, Samuele. Filippo della vigilanza mi ha chiesto di passare nel suo ufficio prima di andare nel mio..” Si avviò verso la camera; sulla porta si fermò, senza neanche girarsi, con espressione e tono estremamente serio:
“Samuele so che ti ho fatto male stamani. Non ti chiederò scusa perchè stavo rincorrendo solo il mio piacere. Posso dirti solo una cosa: ...
... mi sono innamorato di te. Cerca di essere puntuale a lavoro” detto questo uscì dal bagno tirando a sè la porta e lasciando Samuele coi suoi pensieri.
“Chissà che cazzo vuole Filippo, anche in ufficio prima mi fa venire...tanto passo poco tempo qua dentro!”
Marco era davanti all’ufficio di sorveglianza il cui capo era Filippo, un ragazzo suo coetaneo che lavorava nell’azienda già da 3 anni. Marco lo aveva adocchiato fin dall’inizio ma l’atteggiamento apertamente omofobo del giovane lo aveva fatto allontanare, declinando ogni invito di coinvolgimento in uscite o altro. Bussò con riluttanza alla porta.
“Avanti”
Marco entrò. Filippo era seduto alla sua scrivania col suo completo nero.
“Oh, buon giorno Marco, accomodati pure, vuoi un caffè?”
“No grazie, ho già fatto colazione. Dimmi tutto” tagliò corto Marco.
Sparse sulla scrivania c’erano delle foto a cui Marco dette solo un’occhiata di sfuggita senza soffermarsi troppo.
“Due mesi fa - iniziò Filippo - sono state installate delle telecamere di sicurezza in tutti gli uffici. Non lo sapevi neanche tu, ma tempo fa ci sono stati dei furti e i capi volevano fare un pò di chiarezza. Ovviamente tu sei stato ritenuto al di sopra di ogni sospetto e le registrazioni della tua telecamera le guardo solo io.” Filippo intanto aveva riordinato le foto e le stava disponendo con estrema calma davanti a Marco una ad una. Marco non le guardava nemmeno, aveva capito cosa rappresentavano, guardava fisso Filippo negli occhi, ...