L'intruso - parte prima
Data: 03/03/2019,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: selen3
L’INTRUSO
Questa storia nasce da un racconto pubblicato da un mio amico, con il titolo di NOTTURNO
Ne ho sviluppato la storia che si articola in 6 parti.
Dedicato ad Anna e Marco …formidabili complici e compagni di gioco.
Controllai il messaggio sul telefonino mentre mi riparavo, sotto una pensilina degli autobus, dal temporale improvviso che mi aveva sorpreso.
Si! L’indirizzo era quello giusto. Feci il giro della casa spostandomi dalla strada principale, entrai in una stradina secondaria poco illuminata.
Controllai le tasche. Torcia, passamontagna, 4 paia di manette, la pistola, nastro plastificato. Si, avevo tutto. Mi assicurai che la pistola non avesse il colpo in canna.
Dopo essermi guardato intorno, controllando anche le finestre dei fabbricati vicini, mi avvicinai ad un cancelletto che portava sul cortile retrostante l’ingresso principale.
Estrassi una chiave e il cancello si aprì senza difficoltà ma con un cigolio che però venne coperto dal rumore della pioggia. Entrando, mi guardai intorno e poi richiusi.
Utilizzando la luce che proveniva dalla strada individuai una porta finestra. L’anta era appena accostata. Senza un minimo rumore penetrai dentro l’abitazione.
Mi trovavo in un soggiorno, formato da due ambienti, il primo un grande divano a elle, posto di fronte ad una libreria con al centro un grande televisore.
Davanti a a me un tavolo di cristallo con otto sedie. Sulla sinistra intravedevo le scale che portavano al piano ...
... superiore dal quale filtrava una luce fioca. I miei occhi si erano abituati alla semioscurità. Mi accucciai fin sotto la scala e vuotai le tasche estraendo quanto mi sarebbe servito. Poi, mi tolsi il giubbotto di pelle e indossai un passamontagna. Tornai verso la porta finestra e sbattei forte un’anta contro l’altra, per poi accucciarmi nuovamente sotto la scala. Dal piano superiore percepivo alcune voci. Si accese la luce del ballatoio e sentii dei passi risuonare sui gradini.
Vidi la figura di una donna che indossava una corta camicia da notte ed una vestaglietta di raso. Questa si diresse verso la porta finestra e la chiuse. Le scivolai alle spalle mettendole una mano sulla bocca e tirandola a me. Con l’altra mano le misi la canna della pistola davanti agli occhi: - Se fiati ti faccio male - sussurrai all’orecchio.
Sentivo la donna tremare, mentre emetteva un gemito soffocato. La mia stazza e la pistola furono determinanti. La donna rimase di ghiaccio.
“Brava! Ora metti le mani dietro la schiena - La incalzai sempre sussurrando, avvertivo un profumo dolce provenire da lei. Averla in mio potere sentire il suo corpo contro il mio stimolo il mio arnese che si irrigidì.
Ubbidiente la donna mise le mani dietro la schiena. Con gesto veloce misi la pistola nella cintura e contestualmente presi un paio di manette con le quali cinsi i suoi polsi sempre tenendole la mano sulla bocca. Sempre a bassa voce dissi alla mia prigioniera di rimanere calma che non ci sarebbero state ...