1. Prima parte - La scoperta dei piedi di mia suocera


    Data: 05/03/2019, Categorie: Feticismo Autore: Frank Zaz, Fonte: EroticiRacconti

    ... sempre molto efficace, usando . . . non soltanto le mani . . .”. Forse avevo esagerato . . . forse si sarebbe rifiutata e ritirata . . . forse mi avrebbe fatto smettere anche il massaggio “normale” . . . ed invece si mostrò interessata: “. . . Non solo con le mani ?? Non lo so se è il caso . . . tra poco tornano . . . e poi con cosa, oltre le mani ?” Ed io: “. . . Bè . . . mi faccia provare . . . si fidi di me . . . anche quest’altro massaggio è molto rilassante . . . non si preoccupi”. A quel punto mi aspettavo un rifiuto, ed invece mi sentii rispondere: “. . . Va bene, dai . . . proviamo, se è rilassante come quello che mi hai fatto ora . . .”. Ed io: “. . . Non se ne pentirà . . .”. Ricominciai ad accarezzare i suoi piedi, ma stavolta con più insistenza; lei si distese di più sul divano . . . quasi reclinò la testa indietro . . . quasi sprofondò sul cuscino . . . Era il momento: mentre carezzavo dolcemente il suo piede sinistro, mi avvicinai sempre di più con il viso . . . sempre più vicino . . . sempre di più . . . mentre lei si rilassava ed addirittura chiudeva gli occhi. Fu un attimo infinito: ero a pochi millimetri dal suo piede, avevo quella pianta velata dalla calza ad un niente dalla mia bocca. Tutto era compiuto: aprii la bocca e con delicatezza infinita toccai quel piede con la lingua. Lei non si accorse subito di quello che le stavo facendo: inizialmente restò sprofondata nella sedia mantenendo gli occhi chiusi. Io presi coraggio ed accostai di più la lingua ...
    ... alla pianta del suo piede sinistro. Iniziai addirittura a farla scorrere dal calcagno verso le dita. Sarà stata la saliva . . . sarà stata la sensazione “strana” . . . fatto sta che mia suocera aprì di scatto gli occhi e mi vide laggiù . . . in fondo alla sedia . . . seduto a terra . . . intento a leccarle la pianta del piede sinistro. Fu un attimo: lei ritrasse istintivamente la gamba, il suo piede si staccò dalla mia lingua, e lei esclamò: “. . . Ma che fai . . . che massaggio è questo, dai . . . con la lingua no ! !”. Ed io: “Perché no?”. “. . . Ma perché non è il caso, dai . . . non avevo capito che ti saresti messo a leccarmi i piedi . . . .”. “Dov’è il problema . . . scusi . . .”. E lei aggiunse: “Ma io lo dico per te . . . scusa . . . non mi sembra il caso . . .”. “Se non è un problema per me . . . non vedo perché dovrebbe vergognarsi lei . . . .”. “. . . E’ vero . . . ma sono pur sempre piedi . . . e oltretutto dovrei anche lavarmeli”. Stava cedendo . . . capivo che in fondo in fondo le piaceva . . . fui inflessibile e decisissimo ad insistere: “. . . Non si preoccupi e mi lasci fare . . . vedrà che starà meglio . . . si fidi di me . . .”. E lei: “. . . E va bene, ma quando arrivano gli altri smettiamo, va bene? Non voglio che ci vedano qui così, con te che mi lecchi i piedi ”. “Va bene, quando arrivano si smette . . .”. Era fatta, le sorrisi e ricominciai a fare quello che avevo sempre desiderato: mi rituffai sotto le sue estremità inferiori, e lei, meno vergognosa di ...