1. Al mare (2° parte)


    Data: 13/03/2019, Categorie: Etero Autore: Sabrinazeta

    A pranzo mi siedo davanti a Giulio nella tavolata e tra l'allegria dei ragazzi e le chiacchiere inutili di quel fallito di marito di mia sorella, comincio a flirtare con il ragazzo.
    
    Cerco il suo sguardo e quando lo incrocio, gli sorrido, lui è imbarazzato, sembra non capire. Gli chiedo di passarmi l'acqua con un gesto del bicchiere e lui quasi trema e
    
    ne versa un po' fuori "Che fai… mi vuoi far bagnare…" dico piena di malizia, lui arrossisce. Sfilo il piede dall'infradito e accavallo le gambe, cercando di allungarmi verso di lui
    
    "Scusa ti ho toccato…pardon…" dice il ragazzo ma io lascio il mio piede sulla sua gamba e lo guardo. Lo guardo e aspetto una sua reazione mentre mi muovo appena per
    
    stuzzicarlo. Mi lascia fare e poi allunga una mano e mi accarezza il piede, la sua mano è gentile, mi piace. Mi ritiro lentamente e finiamo di pranzare tra una mano sfiorata nel passarci
    
    le vivande e gli sguardi pieni di promesse. Arriviamo al gelato e ho voglia di esagerare un po', ordino un cono all'amarena e dando leggermente le spalle agli altri, comincio a
    
    leccarlo provocatoriamente, voglio mandare in tilt Giulio, allungo la lingua sulla carta per recuperare un po' di gelato e mi lascio guardare. Piego da un lato il cono e lo prendo tra lingua
    
    le labbra e cerco il suo sguardo "Uhm che buono questo gelato…" dico candida e lui annuisce sorridendo. Lascio che il bianco della crema mi rimanga su gli angoli della bocca, allungo
    
    la lingua per pulirmi e lui non ...
    ... stacca lo sguarda da me, gli sorrido e riprendo il gelato in bocca chiudendo gli occhi. Gli altri sono distratti dai loro inutili discorsi e mi basta un cenno di approvazione per
    
    fingere di ascoltare e continuo. Allungo più che posso la lingua per mostrargliela in tutta la sua estensione e disegno un taglio sul gelato, affondando morbidamente la punta
    
    nella crema, ne stacco un boccone e me lo porto lentamente in bocca. Il gelato si scioglie sulla mano e recupero una goccia, risalendo il dorso della mano con un movimento lentissimo,
    
    voglio farlo impazzire.
    
    Il cono è più piccolo ora e riesco a prenderlo in bocca quasi completamente, lascio che le labbra si allarghino e che si sporchino, mentre affondo i miei
    
    occhi nei suoi. Allungo di nuovo il piede su di lui e il ragazzo comincia a sembrare un po' teso.
    
    Finito il gelato, finito il pranzo, ognuno si ritira in camera propria a riposare ed io ho bisogno di una doccia.
    
    A metà pomeriggio si torna in spiaggia e non appena esco dall'albergo, casualmente incrocio Giulio che si offre di accompagnarmi giù per le scale.
    
    Ha un bel sorriso e mi piace trovarlo più sicuro di prima, forse ha capito che voglio giocare con lui, ma chissà cosa pensa un uomo quando una donna lo stuzzica.
    
    Ho l'impressione che ci sia poca poesia nei pensieri di un ragazzo così giovane quando il sangue gli va alla testa, salvo forse quella forma di idealismo tipico degli adolescenti
    
    che magari cerca di trasfigurare la tempesta ormonale in ...
«123»