1. Pensieri nascosti (2)


    Data: 13/03/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: crigio, Fonte: Annunci69

    Faccio un balzo sulla poltrona quando, assorto su una pratica, sento ticchettare sul vetro della porta del mio ufficio. Knut ha un sorriso smagliante e con i pugni mima un volante: vuole offrirmi un passaggio fino a casa. Gli rispondo alzando entrambe le mani: dieci minuti ancora. Col pollice in su mi fa capire che mi aspetterà.
    
    Non appena si allontana prendo un respiro profondo: non si può andare avanti così. Prima o poi Enrico e Pino verranno a sapere che il tedesco mi tampina e potrei andarci di mezzo pure io che non ho fatto nulla.
    
    Ho deciso: mentre mi accompagna a casa gli dico che deve lasciarmi in pace.
    
    Prendo la giacca ed esco. Trovo la sua macchina nel parcheggio, la raggiungo e salto su. Lui mi fa un altro sorriso e poi avvia il motore. La serata è tiepida e, tutto sommato, non c’è nebbia. Il traffico è scorrevole. Di tanto in tanto Knut accenna un discorso, che però rimane quasi sempre interrotto a metà. Si percepisce l’imbarazzo di entrambi, ma devo farmi forza.
    
    Prendo fiato e, quando sono pronto per fargli la mia bella predica, mi accorgo che, ad incrocio dove avrebbe dovuto svoltare a destra, invece gira a sinistra dirigendosi verso le colline.
    
    “Do… dove si va?”, gli chiedo.
    
    “E’ una bella serata e ho pensato che il panorama deve essere stupendo da lassù!”, dice lui senza guardarmi.
    
    “No, dai! Portami a casa! Sono stanco!”, protesto.
    
    “Solo qualche minuto, ti prego!”, aggiunge, stavolta voltandosi verso di me.
    
    Forse, se restiamo soli, ...
    ... lontani dai rumori della città, riesco a fargli capire meglio che deve smetterla di perseguitarmi. Perciò mi lascio portare.
    
    Inforca la strada che va al “fortino” (una zona militare dismessa) e dopo un paio di chilometri si ferma sul ciglio di un burrone.
    
    Aveva ragione: la vista è pazzesca.
    
    “Allora: che ne pensi!”, mi chiede.
    
    “E’ magnifica!”, sussurro, riferendomi alla città puntellata di luci.
    
    “Già… Ouch!”, urla lui.
    
    “Che c’è!”, gli faccio, preoccupato, vedendolo chino su se stesso.
    
    “Ni… niente…!”, ma, seguendo il suo sguardo, noto il bozzo che gli gonfia i pantaloni. Lui alza la testa e mi sorride di nuovo. “E’ colpa tua, sai?”.
    
    “M… mia?”.
    
    “Sì! Non riesco a levarti dalla mente e ogni volta che ti penso mi succede questo. Sta diventando insopportabile starti lontano senza poter esprimere quello che sento! Non è giusto! Perché deve andare così?”.
    
    “Lo sai perché!”.
    
    “Ma io… io ti voglio! Ti desidero! Che c’è di male in questo?”.
    
    “C’è di male che non è un desiderio disinteressato! Finché facevamo solo sesso, anche in gruppo, era tutto ok, ma da quando hai iniziato a provare qualcosa per me non possiamo più permetterci di abbandonarci l’uno all’altro!”.
    
    “Ma è davvero quello che vuoi?”, mi dice, con voce dolce, non adeguata alla sua massa corporea.
    
    Imbambolato dalla soavità di quel suono, rispondo titubante: “S… sì…”. Lui si avvicina a me e questa volta il suo fiato non è solo un’allucinazione: lo sento a pochi millimetri dalla mia faccia, ma ...
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