1. Maela - p. 2


    Data: 15/03/2019, Categorie: Tradimenti Autore: nerchiadura

    Come ho già raccontato nel primo racconto, ormai avevo tradito mia moglie con Maela, la mamma 23enne di un compagno di calcio di mio figlio.
    
    Ci eravamo lasciati con la promessa di rivederci presto e così fu. Ci trovammo come ad ogni i allenamento al campo, ma dopo il caffè di rito, invece di andare in tribunale e seguirlo, prendemmo la mia macchina ed andammo via in cerca di un posto isolato dove stare insieme. Mentre vagava senza una meta precisa, mi disse "pensa abbiamo quasi due ore libere" ed aggiunse "dove andiamo?". Bella domanda, sono in macchina con una che non è mia moglie e che mi ha detto che mi vuole scopare e non mi viene in mente niente di buono. Inizio a pensare e mi viene in mente un parco cittadino che ha un parcheggio isolato. Lo raggiungo velocemente e mi fermo in una piazzola quasi coperta dalle fronde basse di due alberi. Alterniamo baci a parole dove mi confessa che dall'altra volta non riesce a pensare ad altro e che sta litigando con il compagno, pensando di essersi innamorata. Con calma ne parliamo, le spiego che non è conveniente buttare tutto all'aria. Però secondo lei dovremmo vederci almeno da amanti perché si era affezzionata molto e non voleva perdermi.
    
    Fiuuuuu, salvata la famiglia, mi calmo e cerco di ragionare con lei e finalmente tutto torna alla ragione.
    
    Dalle carezze ai baci il passo è breve, il desiderio aumenta, mettiamoci che ha una canotta rosa ed un paio shorts di jeans strappati non ci ho messo molto a perdere il lume della ...
    ... ragione. Baciandola appassionato le scostai gli shorts ed inizia a toccarle la passerina da sopra le mutandine, che poco dopo erano bagnate. Le tolsi i pantaloni ed il perizoma nero e mentre la sgrillettavo le misi una mano sul mio pacco ormai duro.
    
    "Fantastico! Dai fammi godere di nuovo" e così facendo mi slacció la cintura ed l'aiutai togliendo pantaloni e mutande insieme liberando il mio cazzo duro e svettante di gioia. Glielo passai un po' fra le gambe e mi disse "mettilo ti prego". "Fallo tu" le risposi prendendole una mano e mettendomela sul membro. Non se lo fece dire due volte, divaricó ancor di più le gambe e mi tirò a se facendosi impalare. Dopo pochi colpi venne lanciando un gridolino fantastico per le mie orecchie che non feccia altro che aumentare la mia voglia. Mi abbracció forte dicendomi "dai fammi godere - non ti fermare continua". Le alzai la canottiera dietro la testa e le tolsi il reggiseno, che vista celestiale. Mi fermai a contemplare quelle zucche fantastiche e sode come due meloni, quando lei presa dalla vergogna si portò le mani al petto coprendole e gridando "dai!". Ricomincia lentamente a scoparla ma stavo godendo troppo e senza pensarci mentre savoiardi per venire uscii e le sborrai sulle tette. Almeno credevo, perché alcuni i schizzi le finirono anche sul mento e poi scoprii dopo uno anche sulla lingua. "cosa fai brutto stronzo" mi gridó spingendomi via ed imprecazioni perché secondo lei volevo farle fare un pompino o volevo venirle in bocca. ...
«123»