1. L'anziana amica di mamma.


    Data: 17/03/2019, Categorie: Etero Autore: RedTales

    ... simpatici ricordi che, ogni volta che si incontravano, emergevano. “Ricordi anche di cinquant'anni fa!” sottolineò lei ridendo e accarezzandogli i capelli per sottolineare la sua giovinezza.
    
    Tra una chiacchiera e l'altra si era fatta sera e gli chiese se poteva aiutarla a preparare qualcosa per cena, magari fermandosi pure. Lui accettò ed avvisò casa che sarebbe restato a mangiare li.
    
    Furono altre due orette simpatiche in cui si aprirono ancora di più uno con l'altra. Ormai era ora di salutarsi ma Michela lo stupì con un: “mi aiuti a prepararmi per la notte, ancora non ce la faccio a togliermi e mettermi i vestiti come vorrei”. Lui, pur dicendo si, manifestò un palese imbarazzo ma lei fece finta di non accorgersi della cosa. Si spostarono in camera e lei, sfilatasi le scarpe e aperta la zip della gonna, la fece cadere a terra, restando solo con la camicetta bianca che copriva l'intimo. Non riuscì a non guardarle le gambe e le calze, sorrette da un reggicalze che faceva capolino da sotto la camicia. Alzando lo sguardo incrociò quello di lei e il rossore che gli aveva invaso le guance si trasformò in una vampata di fuoco. Sorrise: “ti faccio quest'effetto?” Non rispose, ma, bottone dopo bottone si aprì la camicetta e lo pregò di aiutarla a sfilarla. Il reggiseno ricamato, coordinato con il reggicalze e con quel minuscolo slip lo fecero trasalire. Non sapeva cosa gli stesse succedendo ma quel corpo di donna lo stava torturando. Appoggiato l'indumento rimbombò nelle sue ...
    ... orecchie un “mi puoi slacciare il reggiseno. Dietro non ci riesco proprio. Mi fa ancora male il braccio”. L'imbarazzo del giovane era così evidente che quasi si poteva toccare e strideva con le richieste che gli venivano fatte in modo semplice e all'apparenza innocente. Lei si girò offrendogli la schiena e lui, meccanicamente, si mise a trafficare per compiere quella semplice azione che gli risultava così difficile. Alla fine i due capi si staccarono e lei sorresse l'indumento con un braccio per non farlo cadere. Si girò, tenendo sempre il braccio sul seno: “mi slacci le calze... per favore?”. Cercò di non guardarla in viso e, abbassatosi, iniziò a trafficare con i gancetti a pinza finendo con aprirli. “Mi fai scendere la calza per favore” miagolò. Dopo un lunghissimo attimo appoggiò le mani sulla calza e la fece scivolare verso il basso, talmente lentamente che lei lo riprese con un “non ti ho chiesto di accarezzarmi ma di togliermi le calze. Ma cosa fai?” Ancor più paonazzo, invitato dall'altra gamba che gli si avvicinò, slacciò e spinse in basso il secondo setoso velo e si rialzò fermandosi a pochi centimetri dal suo viso che lo fissava divertita. Con un movimento dei piedi finì di togliersi le calze e poi si avvicinò al letto dandogli la schiena e, dopo aver lasciato cadere il reggiseno, fece scendere a metà coscia l'elastico degli slip, pregandolo di terminare. Stefano si piegò dietro di lei e afferrati con due dita i bordi ricamati, abbassò fino a terra quell'ultimo ...