1. Spy Cam 3 (secondo capitolo)


    Data: 19/03/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: SvevaB

    E’ martedì sera, il pub non è strapieno come il venerdì o il sabato, ma Martina ha lavorato il doppio, il turno lungo, questo significa lavorare a pranzo e la sera fino all’una e mezza. E’ stremata. I piedi le fanno male e sente un persistente ronzio nella testa. Ha sostituito una collega, un’universitaria che fra due giorni ha un esame. Questo significa qualche soldo in più che non compensa però la fatica. E’ vestita con una canottiera nera, scarpe da ginnastica quasi distrutte e un jeans slavato. E’ sudata e puzza da far schifo. Quando vede entrare Gianni quasi si vergogna di farsi vedere in questo stato. E’ con una donna, deve essere la collega che sta frequentando in questo periodo. Si vede che stanno bene insieme, le ha appena messo una mano intorno alla vita, con fare premuroso, e lei si gira e lo guarda con un sorriso affettuoso e complice. Si siedono in un tavolo abbastanza appartato. Il padrone del pub fa un gesto a Martina per dire di andare a occuparsi di loro. Si avvicina. Gianni sorride, la chiama muovendo la mano verso di sé. - Sapevo di trovarti qua. Come va il lavoro? - Come sempre. Tiro avanti. - Ti sei proprio spenta ragazza. Quanti anni hai adesso, trenta? - Ventinove. - Ne dimostri qualcuno di più. Sarà che ti vedo proprio sbattuta, con quelle occhiaie e l’andatura stanca, sempre a testa bassa, stai peggio di quando passavi le giornate a scopare. Martina ormai non si vergogna più di nulla, neppure della donna che la sta fissando con una punta di ...
    ... superiorità malcelata. - Forse è proprio così. Non so manco che è il sesso, ormai. - Conosci Lorenza? - No, piacere. - Ciao. - Cosa vi porto? - Due birre. E’ la mia donna. - Che tipo? - Avete quella sarda, come si chiama? Lorenza voleva conoscerti. Ti vorrebbe parlare. - Ichnusa… Si, va molto di moda. Perché? Di cosa vuoi parlarmi? Lorenza parla con una voce dal tono basso e deciso. - Servici e poi ti spiego. Martina va, prende le birre, le stappa velocemente, e torna con un vassoio, l’ordinazione, due bicchieri e uno scontrino tra le dita della mano libera. - Eccole. - Brava, dice Gianni, sorridendo. Poi comincia Lorenza. - Sono qui per offrirti un lavoro. E’ un venerdì sera, però. Non so se sei libera. Sono mille euro. Non è male. - Di che si tratta? - Un mio caro amico ha una villa fuori città, sulle colline. E’ uno molto ricco che investe e fa crescere start up in Italia, Brasile, Emirati Arabi e Stati Uniti. - E io che c’entro. - Stai buona. E’ anche un tipo che ama divertirsi e organizzare feste un po’ speciali. Invita amici e investitori stranieri e ha bisogno di ragazze immagine adatte al suo mondo. - Cioè? - Lui le chiama groupie per le rockstar di questi tempi. Non gente che canta o suona, ma che inventa, creativa, makers, startupper, influencer, youtuber, vecchi blogger, rimasugli di giornalisti. Gente così, insomma. - Ok, ma io? - Tu fai la groupie. Stai lì a questi eventi privati e riservati e entri in questo club molto esclusivo in un modo riconoscibile. Sia per come ...
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