1. Nel parcheggio


    Data: 26/03/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: executive_2005, Fonte: Annunci69

    ... tecnica, e gli tocco la mano: è fredda, rigida....il ragazzo è spaventato.
    
    "Senti" gli faccio " se non ti va lasciamo stare"....ma lui mi guarda, senza dire niente.
    
    Ok, ci riprovo: lentamente, dolcemente continuo ad accarezzarlo; gli passo la mano sotto la maglietta, sfiorando i capezzoli, pizzicandoli dolcemente.
    
    Piano piano avvicino la lingua e provo a succhiarglieli lievemente.
    
    Il profumo di indumenti appena lavati e di doccia mi inebria. Anche la mia eccitazione sale, e sento l'inconfondibile pressione nei jeans. Forse va meglio: faccio scendere la mano fino alla pancia, raggiungo l'ombelico e ci gioco un pò. Poi la mia mano incontra qualcosa di caldo ed umido: finalmente! Il ragazzo si sta scaldando e faccio finalmente conoscenza con la sua cappella calda e liscia.
    
    Me ne impadronisco dolcemente, strofinando le dita e scendendo lungo l'asta. Il mio giovane amico si mette più comodo, facendo scendere la tuta e scoprendo i bianchissimi slip griffati.
    
    Mi godo il suo pisellone duro e dritto, gli accarezzo le palle tese e grinzose.
    
    Piano piano inizio a leccargli il torace, scendendo con la lingua fino all'ombelico, e poi mi faccio sotto: la cappella è dentro la mia bocca: ne gusto il profumo e percepisco il gusto salato delle goccette che preludono all'orgasmo.
    
    Succhio con dedizione per diversi minuti, appoggiando la testa alla sua pancia: ne percepisco chiaramente i sussulti lievi ogni volta che stringo le labbra attorno al suo glande.
    
    Il pompino ...
    ... nel quale mi sto prodigando deve essere molto gradito: con la mano stringo la base dell'uccello, mentre tiro su la bocca succhiando forte; sento dei flebili miagolii, il suo respiro sta accelerando; un odore lieve di sudore fresco mi attraversa le narici: non mi dà fastidio, anzi, mi regala rinnovata eccitazione.
    
    Credo che ci siamo: il cazzo nella mia bocca si indurisce ancor di più; il mio giovane amico si agita.
    
    " Aspetta! " rantola piano. Capisco che non vuole venirmi in bocca, e quindi mi sollevo e mi appresto a completare l'opera con sapienti e ben diretti colpi di mano.
    
    Mi viene istintivo mettergli il braccio intorno al collo: lui ricambia il mio gesto inclinando la testa verso la mia spalla.
    
    Siamo guancia a guancia; si lamenta piano, respira forte. Questo inaspettato momento tacita intimità mi piace tantissimo. La mia mano va su e giù con vigore, fino a quando lo vedo mettere la sua mano sopra la cappella gonfia e violacea, proprio un istante prima di schizzare con violenza una , tre, cinque volte. I suoi sospiri e gemiti sono tenerissimi.
    
    Lo sperma cola sulla mia mano: è denso, bianchissimo, profumato.
    
    I miei gesti diminuiscono dolcemente di intensità: con la bravura di cui vado fiero provvedo a fare uscire lo sperma fino all'ultima goccia, mentre l'uccellone del mio occasionale compagno si affloscia.
    
    Per un attimo c'è silenzio, immobilità, solo i nostri respiri. Poi prende dei fazzoletti di carta e me li porge. Mi pulisco la mano; non resisto alla ...