La riunione annuale
Data: 29/03/2019,
Categorie:
Etero
Autore: apinna77
... marmo. Deve essere bravo Daniel, le commento. Rita diventa pallida. E la cosa mi diverte molto. "Ti prego Alex, non dirlo a nessuno. Lo sai che sono già abbastanza incasinata nella mia vita privata." Le faccio cenno col capo e le dico che tutto si può negoziare. Deve solo giocare un po' con me. "Sei un porco, ti ho sottovalutato.Ad ogni modo non ho molta scelta. Dimmi che cazzo vuoi". Col sorriso sulla bocca, come ad un bimbo che ha vinto il pesce rosso alla fiera, le dico:" Intanto vorrei sentire il profumo di quel perizoma di cui parlavi poco fa". E così con grande classe si sfilo' la mutandine facendole scivolare ai suoi piedi, tra le sue scarpe. Mi chinai a prenderle, soffermandomi a fissare i suoi piedi smaltati, per un tempo così lungo che capisse che mi eccitavano. " Ti fanno impazzire, non è vero? Pensi che non ti abbia visto che mi guardi in continuazione i piedi? Scommetto che ti fai tantissime seghe". Le confermai quanto da lei sospettato, annuendo perché ero senza parole. Il suo tanga era fradicio, come appena uscito di lavatrice. Ma era intriso di un odore fortissimo di eiaculazione femminile, da togliere il fiato. Non riuscii a trattenermi dal darci una bella succhiata. Spremuta di fica di Rita, il sogno di un decennio. Non mi bastava. Volevo stravincere. " Sbottona un altro po' la camicetta, da brava, sfilati il reggipoppe che poi usciamo e torniamo di là "Ma se faccio così me ne rimane uno solo attaccato e ho il seno a vista appena mi muovo". Aveva capito il ...
... gioco, era una donna intelligente. "Certo, questo cerco. È il mio regalo ai colleghi". " So che ti eccita, non è vero"? Rimase zitta ed esegui'. Si tolse camicia e reggiseno, rimanendo con lue pere esagerate di fuori. Notai i capezzoli, con un'aureola di una spanna intorno, irrigiditi. Erano due chiodi. Aspettai si rimettesse la camicetta come da istruzioni, era stata una bastardata. Le sue tettone non stavano ferme senza un contenimento ed erano pericolosamente al limite del bordo della camicia. I capezzoli erano pesantemente a vista, squizzati contro il cotone. Avrei voluto resistere, ma non lo feci. Le presi la testa e le ficcai il mio cazzo in bocca, premendole il capo con forza. Dio quanto l'avevo voluto. Non le sborrai in faccia, volevo ciucciarmi quegli alluci fedeli compagni di anni di seghe. Slacciai il sandalo, con nessuna resistenza da parte sua, afferrai il piedi e partii a leccarglielo. Gemeva, non osava dire di essere ancora prossima ad eiaculare. Soddisfatta la voglia, la spinsi sul lavandino, le aprii le cosce e le spinsi la lingua su' giu' sulla sua peluria appena accennata. Non potete immaginare quanto fosse bagnata. Una fantastica abbuffata.
L'ultimo voglino me lo soddifai sbattendole dentro il mio cazzo, duro e con le vene a vista, desideroso di mettersi al caldo. Una decina di stantuffate, il tempo di accertarmi che prendesse la pillola e le sborrai senza alcun controllo dentro, pulendomi con gaudio sui pela della fica.
La invitai a ricomporsi come ...