1. Il muro portante


    Data: 31/03/2019, Categorie: Etero Autore: Feelrouge

    Avere dei vicini che fanno lavori in casa non ha poi tutti questi svantaggi. Abito all’ultimo piano di una palazzina di 4 piani. Siamo a fine giugno e gli inquilini al nostro fianco stanno approfittando delle belle giornate per fare dei lavori di ristrutturazione. Considerate che fra noi ed i nostri vicini i balconi sono praticamente comuni, divisi da una piccola inferriata facilmente scavalcabile. Era come avere i muratori in casa. Rumori, sporcizia, disordine, per non parlare della polvere… solo che non so come mai non riuscivo ad essere arrabbiata. Effettivamente un motivo c’era, quel trio di muratori a me non passavano inosservati. Con il caldo di questi giorni, vederli a lavoro a petto nudo con solo quei pantaloncini e con tutti i muscoli fuori era un bel vedere. Alzarsi al mattino, nonostante quei rumori, mi piaceva. Uscire dal balcone ed osservarli mentre muovevano tutti quei muscoli, era diventato una priorità ancor prima della colazione, per me sacra fino a qualche giorno fa. Io poi non ero da meno, cercavo, nel mio fingere indifferenza di farmi notare e praticamente tutte le mattine uscivo dal balcone piuttosto leggera, con mutandine e reggiseno coperte da una maglietta bianca di cotone a mezze maniche ma piuttosto lunga fino a mezza coscia. Non mostravo granché se non le mie cosce sode e scure almeno finchè non facevo io qualcosa per mostrare. Siccome io sono un po’ “Stronza” capitava spesso che, nel pulire il balcone o nello stendere le robe capitava sempre che ...
    ... qualcosa cadeva ed ero “costretta” a chinarmi dando loro le spalle, per raccogliere quello che cadeva. Mi piaceva sentire i loro sguardi diretti verso i miei glutei, fermarsi un attimo e godersi il panorama, mi piaceva carpire la loro complicità mente si guardavano sorridenti come se già sapevano che prima o poi qualcosa dovevo fargliela vedere. Il loro capo era sempre un po’ più serio, almeno all’apparenza. Difficilmente riuscivo a fargli distogliere lo sguardo dal suo lavoro. Era sempre concentrato sulle sue cose. Però era il più fusto di tutti e tre. Carnagione ultra abbronzata, spalle larghe, braccia possenti, cosce rocciose, un culo bello sodo e due mani forti. Quanto mi sarebbe piaciuto essere nelle sue mani. Una mattina ho voluto esagerare: mi sveglio sempre al rumore dei loro attrezzi. Vado in bagno, mi lavo, ed al posto della solita maglietta mi infilo una canotta senza reggiseno con un perizoma da mare sotto. Esco dal balcone… loro sono li che attendevano la mia uscita. Attimo di silenzio, non si aspettavano questa nuova mise. La mia terza abbondante che fuoriusciva dalla canotta non poteva lasciare indifferenti. Anche il grande capo, uscito sul balcone per puro caso non resiste allo scenario. Si ferma per qualche secondo, mi guarda, poi riprende le sue cose. Finalmente avevo catturato la sua attenzione, ero soddisfatta di me stessa. Ora volevo vedere se riuscivo ad ottenere qualcosa di più di quell’attimo rubato. Rientro in casa prendo scopa e paletta per pulire la ...
«123»