1. Non era un sogno 4


    Data: 03/04/2019, Categorie: Etero Autore: Franco018.

    ... ignorando il dolore provocato dalle mie dimensioni e, quando le lascio dentro un fiume di sborra, mi chiede di sospendere il tutto e riprendere i giochi al giorno dopo. Ci rivestiamo, riprendendo la strada di casa dove i suoi ci aspettano a cena. Ci mettiamo a tavola e ma io mi alzo subito e corro in bagno a liberarmi di una pipì ed a lavarmi le mani, ancora profumate di succo di figa di Carla. Mentre sono lì mi arriva il messaggio al telefonino da Paola che mi dice che a giudicare dallo sguardo soddisfatto, la sua mammina deve aver trascorso un bel pomeriggio con me e mi domanda poi se ho fatto contratti nuovi o se abbiamo invece solo ... scopato! Le rispondo di mettersi in fila ed attendere che prima o poi toccherà anche a lei. Ritorno a tavola e Marco mi domanda come è andata la giornata di lavoro con Carla presente. Gli rispondo che la sua presenza ha stimolato nuovi clienti per me e anzi, gli chiedo se non ha niente in contrario a lasciare venire Carla con me domani mattina. Lui sorride ed acconsente, così, dopo una notte riposante, io e Carla ritorniamo a "riprendere lo stesso lavoro di ieri" Giunti al Motel il portiere mi consiglia una stanza all'ultimo piano dove potremmo esprimerci anche "ad alta voce perchè non ci sono più clienti dal ...
    ... secondo piano in poi. Raggiungiamo subito la stanza assegnataci e Carla mi dice di distendermi un poco per gustarmi poi un suo pompino per iniziare bene la giornata Effettivamente il suo bocchino mi porta alle stelle e dopo sborratole in bocca, risento subito il cazzo irrigidirsi e vado a spalancarle le cosce per scoparmela subito. Pompo fino all'orgasmo e sborriamo insieme. La mattina se ne va via dopo tre assalti al suo bel culo e, per ultimo c'è la seconda scopata. Torniamo a casa per l'ora di pranzo e Marco aveva apparecchiato la tavola comprendendo anche me. Dopo pranzo vado a casa mia dove mi faccio una doccia e mi distendo un poco sul letto. Carla e Marco stavano andando a fare spese insieme e, dopo che mi ero sdraiato, sento il campanello: era Paola che mi butta le braccia al collo e mi dice grazie per averle fatto vedere sorridere sua madre, cosa che non si vedeva più in casa loro. Poi, tastandomi il cazzo, mi domanda se mi è rimasta qualche briciola di energie per lei. Per assicurarla che ne avevo ancora da giocare, la presi in braccio portandola in camera e, posatala sul lettone, le sfilo maglietta e calzoncini e mutandine, poi le apro le cosce e le infilo il cazzo in figa senza fermarmi più fino a sborrare dalla prima all'ultima goccia. 
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