Tutta colpa della paura
Data: 04/04/2019,
Categorie:
Lesbo
Autore: skizzoinfoiato
Scrivo in questa categoria questa storia perché, anche se stava bene nella categoria prime esperienze, il seguito sarà qua postato e per darne una giusta continuità , questa è stata la mia scelta.
Mi chiamo Roberta ho 52 anni, sono sposata con tre figli, sono titolare di un grosso studio legale di Brescia, il nome devo ometterlo.
Ci fu affidata una grossa causa civile riguardante un'eredità, che richiese particolari attenzioni, troppo importante vincerla. Per tale motivo a tale pratica furono assegnati, oltre a me e alla mia socia Denise anche due tirocinanti, Francesco che si ammalò un paio di giorni prima della partenza per l'udienza fissata a l'Aquila, e Carlotta, ultimo dei nostri acquisti, che fu inserita essendosi particolarmente distinta nell'ultimo periodo.
Carlotta era una giovane avvocatessa di 25 anni, bionda, riccia, con un taglio asimmetrico, che le donava moltissimo nonostante non fosse proprio di mio gradimento, compensava con la sua perizia. Aveva una carnagione bianca quasi marmorea, alta poco meno di 170 cm, la corporatura giusta, l'avei definita non esattamente al peso forma ma di piacevolissimo aspetto, il suo sorriso catturava l'attenzione.
Raggiungemmo per tempo l'Aquila arrivando la domenica nel tardo pomeriggio era il 5-4-2009, avevamo appena lasciato i bagagli e raggiunto un noto bar per un caffè che. una telefonata, costrinse Denise a tornare immediatamente a casa per motivi familiari, restai quindi con Carlotta.
Tornate in ...
... albergo, iniziammo a ridistribuire le parti che avrebbe dovuto affrontare Denise, nonostante fossimo preparate eravamo talmente prese che finimmo solo a tarda notte, la causa era a ruolo per le 12 del giorno dopo lunedì 6-4-2009.
Forse in pochi ricollegheranno la data agli eventi drammatici che si verificarono negli Abruzzi, era la mattina del devastante terremoto che inginocchiò la gran parte della provincia aquilana.
Alle tre e venti fui svegliata, come molti, da una scossa violenta. Il modo in cui l'albergo sussultò a quella scossa mi spaventò molto e, infilando il minimo indispensabile: intimo, camicia nemmeno del tutto abbottonata, gonna e scarpe mi affacciai nel corridoio per fare una valutazione di quanti fossero altrettanto preoccupati, fuori trovai Carlotta, con la camicia da notte, con altri clienti più o meno vestiti .
Non ci volle molto, il tempo di razionalizzare il da farsi, che rientrammo nelle camere a prendere l'afferrabile e raggiungere poi la strada.
Ci ritrovammo di nuovo nel corridoio in meno di un minuto, Carlotta si presentò col vestito indossato nel viaggio, io presi la giacca e la ventiquattr'ore, ne avevo due identiche, una con il cambio, l'altra con i documenti, per la fretta presi quella con gli atti processuali., certo non la mia priorità confesso in quel momento.
Eravamo alla porta quando fummo investite dalla scossa che rase al suolo la maggior parte del centro storico, l'orologio segnava le 3:30 del mattino. Ci fu difficile anche ...