Tutta colpa della paura
Data: 04/04/2019,
Categorie:
Lesbo
Autore: skizzoinfoiato
... braccio con la punta delle dita.
Era la prima volta che venivo carezzata in questo modo da una donna, rimasi spiazzata da come quel tocco mandasse scariche di piacere al mio cervello.
Ci stringemmo in un abbraccio, costringendoci ad avvicinare i copri, che trasferirono l'un l'altro il proprio calore.
Nessuna necessità di parlare, eravamo vive!
Improvvisamente mi sentii diversa, come se sentissi il bisogno impellente di condividere oltre a quanto vissuto qualcosa di diverso. Mi sentii estremamente strana, tornate nella posizione iniziale, ripresi con le carezze, a quel volto così vicino al mio.
Come avvolta nell'ovatta scivolai con la mano sulla spalla, ritrovandomi a giocherellare con la spallina della sua sottoveste.
Si rilassò, e non tardò molto che la mano tornasse a sfiorare la mia pelle, nella discesa dalla mia gota si fermo alla mia spallina, e proseguì oltre fermandosi a metà braccio.
Mi sentivo avvampare, e forse erano contraccambiate le sensazioni che stavo provando, d'un tratto mi fece un cenno d'assenso con la testa, il mio imperturbabile sguardo le fece capire che non avessi compreso e facessi finta di non comprendere, fatto sta che portò la mano a pochi centimetri dalla mia ancora alle prese con la spallina.
Il gesto che seguì fu inconfutabile e non altrimenti interpretabile, il movimento verso l'esterno era la chiara autorizzazione a far scendere quel lembo di tessuto.
Mi presi del tempo poi mi sembrò di far ciò che mi era stato ...
... chiesto con una lentezza estenuante, almeno così la registrò la mia mente.
La stanza fu riempita solo dal rumore dei nostri respiri e del tessuto accompagnato oltre la spalla.
Il cuore mi batteva forte, mi sembrò di esser tornata adolescente, alla scoperta di un mistero, tornai verso il collo ora il percorso era sgombro da impedimenti, ma ovviamente l'azione compiuta aveva fatto si che anche sul davanti il tessuto avesse ceduto restando morbido sul suo petto. La sua mano mi prese il braccio e, tirandolo indietro fece si che la mia andasse a posarsi sulla parte di seno lasciata scoperta dalla coppa della sottoveste.
Poi fu la mia spallina a sortire lo stesso effetto della sua, dopo aver giocherellato per un po' con le dita con la coppa del mio reggiseno. Adesso entrambe eravamo un pezzo oltre l'argine di sicurezza, che entrambe non avevamo apparentemente voglia di rispettare.
I pochi centimetri che separavano le nostre bocche erano davvero pochi, tanto da poter sentire il suo profumo, il suo respiro, leggermente accelerato quanto il mio. Con una naturalezza, che definirei disarmante le labbra, si unirono in un bacio a stampo.
Si dice che un bacio tiri il successivo, in effetti andò così, nemmeno il tempo di allontanarci che già le labbra erano nuovamente le une sulle altre.
Le mani reciprocamente andarono a saggiare le mammelle, atto un po' scomodo per la vicinanza.
Già potevo sentire la consistenza del seno di Carlotta, una seconda scarsa più o meno
mi ...