Luglio 2015: che gran calore-cap2
Data: 07/04/2019,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Zindo
... riesco a pensare è che Alberto abbia preso un colpo di sole e stia delirando. Io non mi ci raccapezzo. Lo vedo come un intruso rompicoglioni e basta. L'istinto è quello di aggredirlo, picchiarlo ma sono stato allevato in un Paese civile da persone per bene e desisto. Amelia pare essere invece a suo agio, come se tutto fosse normale, naturale, anzi esagera e impartisce persino degli ordini ad Alberto: “Visto che è così gentile, mi darebbe una mano a portare su quella valigia per favore? Grazie, io mi voglio godere il mio amico”
Il suo amico sono io che vengo preso per il mento per essere baciato di nuovo e poi Amelia mi dice: “Andiamo da te, da lui, dove ti pare ma portami da qualche parte se no mi alzo le gonne e mi faccio scopare qui, ti voglio,”
Di questa Amelia non c'erano neanche vaghe tracce nell'altra Amelia che io avevo conosciuto anni prima. Della pudica moglie di Giorgio, indotta suo malgrado, a concedersi a terzi dal marito, non c'è più traccia in questa nuova Amelia. Io sono confuso. Non la riconosco più. Ero in attesa di una donna adorabile della quale non voglio ammettere di essere vagamente innamorato, mi sembra di stare di fronte ad una disinibita per usare un termine garbato al posto dei tanti altri che mi vengono in mente ma mi sembrano esagerati. Già Amelia non si sta dimostrando di essere esattamente quella che io ho immaginato ma non ho ragioni per definirla, come vorrei. “troia”, “zoccola”, “puttana”, “baldracca” e termini similari e ancora più ...
... grevi.
Non l'apostrofo con nessuno di questi aggettivi ma di lei questo sto pensando e il solo pensarlo mi eccita. Sento il sangue ribollirmi dentro, mi pulsano le vene sulle tempie, fatica il mio pene a starsene dentro gli slip. L'afferro per un braccio e le dico “ Si va su da me, aria fresca o calda, si scopa sul mio letto”, con tono più autoritario che autorevole ordino ad Alberto “ E tu non ti dilegui affatto, porta su la valigia della signora piuttosto”.
Di natura non sono mai stato un decisionista e mai ho osato impormi ad altre persone, però ora mi viene naturale. Per questa Amelia nutro da tempo una specie di amore platonico, stima, quasi amicizia, eppure ora, senza disprezzarla penso qualcosa di poco bello sul suo conto, mi sento in qualche modo superiore a lei, non come persona ma per una fantomatica gerarchia di non so quale struttura sociale; mi pare doveroso dominarla, imporle degli ordini. Non diversamente mi sento nei riguardi di Alberto, il fastidioso, appiccicoso, rompiscatole vicino di casa che in fondo è anche uno dei pochi veri amici che ho. Si è intrufolato di sua iniziativa e con prepotenza tra me e Amelia, allora ne paghi le conseguenze: obbedisca anche lui al mio volere.
Già, ma qual'è il mio volere? Mi stupisco di me, non mi sento il solito me stesso, non vorrei aver ingurgitato qualche sostanza strana senza accorgermene e stare compiendo azioni sotto l'effetto di sostanze che alterano la mente.
Sono sveglio o sto sognando? Ma davvero Amelia è ...