Il meccanico
Data: 07/04/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: vito69hot
... di polizia o carabinieri).
Esco dalla macchina e domando acqua a tutti quelli che passano, nella speranza di risparmiare i soldi del carro attrezzi ed evitare gli sguardi di scherno degli addetti. Si ferma la Uno di un uomo normale, cinquantenne, non certo un sex symbol, che mi chiede cosa sia successo: la mia buona stella mi ha fatto incontrare un meccanico della provincia, che oltre a mettermi a disposizione una tanichetta d’acqua mi aiuta a togliere la macchina dal centro della carreggiata per accostarla al ciglio della strada, la ispeziona e sentenzia che il radiatore non entra in funzione per un problema elettrico; praticamente al chiaro di luna traffica nel cofano e ripristina il collegamento con la ventola, un’operazione di fortuna che mi consentirà quantomeno di tornare a casa.
Lo scampato pericolo mi dovrebbe indurre ad una vergognosa ritirata, invece mi sorprendo a domandare al meccanico se abbia già combinato qualcosa: sconsolato fa spallucce e mi dice che se ne sta tornando a casa dopo due ore a vuoto. Ancor più sorpreso, ma già eccitato, mi ascolto chiedergli se ha voglia di appartarsi con me: partiamo a razzo verso la vicina campagna, naturalmente con la sua macchina.
Giunti in uno slargo isolato ci spogliamo, io mi siedo ai suoi piedi e mi getto voglioso e grato sul suo cazzo già duro, lo sento pulsante sotto le mani, lo libero dagli slip e scorro le dita sulle nervature, non lunghissimo ma spesso e nodoso, scopro una cappella grossa e lucida. ...
... L’odore è inebriante, un misto di urina e sapone, ostriche e sudore, mi abbasso e subito lo annuso in estasi, non tralasciando la fragranza che promana dalle cosce sudate.
Con la lingua solletico le palle, grosse e pelose, per poi dedicarmi al perineo, se possibile ancora più aromatico, ma la voglia cresce, e mi concentro con dedizione alla mazza, vellicando i peli e prendendola a ventosa nella mia bocca calda e fremente per risalire lentamente; quando arrivo alla cappella la trovo già umida, e la mia lingua inizia subito ad assaggiare quel dolcetto favoloso, scorrendo piano su tutta la superficie, quasi a ispezionarne la rotondità e a riempirsi di sapore.
Lui è preso dalla foia, mi afferra la testa con le mani e inizia a muoverla su e giù sul suo uccello, che vuole spingermi in gola, io ci sto, ma quando sopraggiungono i conati inizio un gioco di dentro-fuori dalla bocca, poi glielo prendo in mano e mi faccio schiaffeggiare: il suo uccello percuote la mia fronte, gli occhi, le guance, di nuovo glielo lecco aspirandolo a ventosa, sputandoci sopra e infilandolo nella bocca, sto scoppiando anch’io, voglio farmi venire in bocca mentre mi sego.
Lui lo capisce e inizia a gemere, prima piano, poi sempre più forte, finchè le urla mi avvisano di quello che sta per accadere: io mio tocco freneticamente con la mano destra mentre la sinistra prende il cazzo e me lo sbatte sulla faccia per poi puntare alla bocca, finalmente tre o quattro getti di sborra densissima, un’esplosione di ...