Col prete
Data: 08/04/2019,
Categorie:
Tradimenti
Autore: colibry1969
Durante un’interminabile viaggio in pullman con la mia parrocchia, mi accorsi di una situazione un po’ strana e imbarazzante: Don Paolo, l’amato parroco del paese, continuava a fissarmi con una certa insistenza. Dopo poco però, tutti quegli sguardi cominciarono a stuzzicarmi, e a far vacillare la mia incrollabile fedeltà coniugale…
Sposata, quarantenne e madre di due figli adolescenti, sono una donna che non si vergogna di avere forti sentimenti religiosi. Anzi, ne vado fiera. Sono molto osservante e partecipo con gioia e passione a tutte le iniziative della mia comunità parrocchiale, anche se non sempre mio marito condivide questo mio fervore.
Qualche tempo fa la nostra parrocchia ha organizzato per la prima volta una visita di gruppo a un famoso santuario all’estero. Capo spedizione era don Paolo, il nostro parroco di 45 anni, arrivato da pochi mesi ma già molto amato da tutti per la sua serietà, la bontà d’animo, e la caritatevole attenzione verso i fedeli.
Io stessa in parrocchia sono rispettata per le stesse ragioni. Proprio per questo mi sono stupita di me e del parroco quando, durante l’interminabile viaggio in pullman dal Veneto verso la nostra méta, gli sguardi miei e di don Paolo hanno cominciato a incrociarsi con troppa insistenza. Non saprei dire il perché di quello scambio di occhiate: mai in precedenza c’era stata una particolare intesa fra noi. Oltretutto mi preoccupava che i compagni di viaggio potessero fraintendere e malignare su di me, donna e ...
... moglie irreprensibile.
«Ma che strano, non mi ha mai guardata in quel modo. Ma che cosa vorrà?», mi domandavo, spremendomi le meningi per cercare di capire che cosa gli passasse per la testa.
Solo che piano piano, a forza di sguardi e sorrisini, qualcosa cominciava a passare anche a me per la testa. E gli sguardi, così come i sorrisi, venivano silenziosamente ricambiati. Quella situazione mi turbava, nel bene e nel male, e per la prima volta, sempre più turbata, vedevo il nostro parroco sotto un’altra luce, quella di uomo prestante e di un certo fascino.
Quando sulla via del ritorno ci fermammo per trascorrere la notte in albergo, don Paolo si incaricò di distribuire a tutti le chiavi delle camere, e mentre mi dava la mia, lasciò che vedessi bene il numero della sua, mettendomela sotto gli occhi. Poi mi guardò ancora, più intensamente che mai.
Anche se avrei potuto ancora sbagliarmi, ero certa che il suo fosse un esplicito invito a raggiungerlo in camera. Non vi dico il mio sconvolgimento: sapevo di essere già in peccato con la mente, ma nonostante questo mi sentivo trascinata verso ben altro peccato, e non seppi dirmi di no…
Mi pareva che il battito del mio cuore si sentisse per tutto il corridoio, mentre lo attraversavo e infilavo le scale per salire al secondo piano. E se avessi capito male? Se fossi stata respinta? Che figura ci avrei fatto? Pensavo anche a questo, ma ormai ero troppo bollente di desiderio.
Bussai piano, senza nemmeno avere preparato una ...