1. Un compito impegnativo -parte2-


    Data: 12/04/2019, Categorie: Anale Prime Esperienze Maturo Autore: camajamal, Fonte: xHamster

    ... immediatamente la cappella andare a sbattere contro la sua parete uterina; avevo raggiunto la profondità massima ma mancava ancora un po’ per inserirglielo tutto dentro.Lei mi cinse le braccia attorno al collo e incominciò a baciarmi sulle guancie e sul mio mento, mordicchiandolo; la mia eccitazione aumentò all’inverosimile quando mi passò la lingua sul lobo dell’orecchio, ansimando e alitandomi dentro il padiglione auricolare.Aumentai la potenza degli affondi, andando sempre a cozzare con la sua parete uterina in fondo alla vagina; questo le provocò delle fitte di dolore che la fecero irrigidire.Sentivo che il suo corpo fremeva sotto i miei colpi decisi e i gridolini ansimanti si erano trasformati in urla di piacere.Ogni mio colpo era accompagnato dal rumore della sua pelle che le si appiccicava ai cuscini del divano e che si staccava all’improvviso in un ciclo interminabile.“Mi fai morire così, non provare a fermarti adessoohhhmmmhhh ” – mi disse con tono quasi minaccioso.Avevo il cuore che mi scoppiava in petto, potevo sentire le vene del collo e delle tempie martellarmi la testa e la vista incominciava ad appannarsi; non riuscivo a pensare a nient’altro che a sfondarle la fica aumentando sempre più la velocità.Il mio pisello adesso entrava più velocemente e facilmente dentro la sua passera aperta e completamente lubrificata dai nostri umori sessuali; si aggiunse il rumore di scivolamento del mio cazzo nella sua vagina che assomigliava al rumore di scarpe che calpestano ...
    ... velocemente un sottile strato d’acqua.Sicuramente se fosse passato qualcuno e fosse entrato nel vialetto, avrebbe sentito questo concerto di suoni provenire dai vetri della finestra.Cambiai a quel punto la sua posizione afferrandole le gambe e appoggiandole i polpacci sul mio petto, Sonia, con una mossa automatica, strinse le cosce e bloccò la mia testa tra le sue gambe; a quel punto mi abbassai su di lei e le infilai la lingua dentro la bocca.Vedendo la scena lateralmente al divano, si poteva osservare lei piegata a “U” ed io che le spingevo la cappella con forza più dentro possibile; volevo cercare di inserire anche quella parte di cazzo che giocoforza rimaneva fuori, era ormai una sfida per me e volevo vincerla!Completamente schiavi di noi stessi, non avevamo sentito squillare il telefono di casa.Dopo aver realizzato, Sonia si alzò dal divano e rispose distrutta alla cornetta: “Si … pronto? Ah, ciao caro, dimmi” – facendomi segno di non fare rumore – “ ... ok, va bene, allora quando ... direttamente la prossima settimana, va bene! Si, Maurizio è partito per il campo scuola stamattina, l’ho accompagnato alla fermata del pullman … invece Sara è alla casa di campagna dei miei con alcune amiche … mmmmhh, si … e tu stai bene, ti sento stanco …. d’accordo, caro, telefonami mezz’ora prima di arrivare così ti vengo a prendere in stazione” – e riagganciò la cornetta.Si girò verso di me, tutta sorridente, dicendomi: “Bene bene, abbiamo l’intero week-end per noi, non ci sarà nessuno ...