Squisita tortura
Data: 14/10/2017,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: alexwriters, Fonte: Annunci69
... lasciarmi andare, lasciarmi fare.
Poi lo sentì, un plop soffocato, e poi le sue mani bagnate erano su di me, sprigionando un dolce aroma di vaniglia e agrumi.
Il mio olio da massaggio preferito (che era anche mangiabile, ma farsi scappare un due per uno) sulle sue mani e sulla mia pelle. Le sue mani che partivano dal collo massaggiando, scendendo sulla spalle, lavorando sul costato, nell'incavo della schiena, passando sul mio sedere, sfiorandolo appena, riprendendo a massaggiare con più pressione sulle cosce, sui polpacci, sui piedi. Un attenzione speciale ai talloni e all'arcata plantare per poi risalire, lo stesso percorso all'inverso.
La mia pelle che si scaldava, si raffreddava, ribolliva e si elettrizzava, si sollevava, pelle d'oca ovunque.
Il calore nel mio ventre, alla base della colonna vertebrale che aumentava, si alimentava, non più calmo ma irrequieto.
La mia pelle che pizzicava, che chiedeva di più, la mia bocca che si lamentava, mugolava, implorava. E infine le sue mani di nuovo che riscendevano, arrivavano al mio sedere, lo massaggiavano con vigore, per poi accarezzare il solco, uno sfioramento impalpabile, e poi deciso, mi speravano le natiche, l'aria fresca che raffreddava la pelle bruciante.
Le sua mani che impastavano, accarezzavano, sfioravano, pizzicavano e che, Dio finalmente, mi toccavano là dove lo desideravo. Là dove boccheggiavo, mi contraevo.
E poi l'abbandono e il mio mugolio di frustrazione, ancora niente voce, nessuna ...
... parola.
Solo mormorii insensati.
E poi, ommmioooddio, la sua lingua calda, bagnata, che lasciava una scia urticante dal collo, lungo la spina dorsale, leccando, mordicchiando, succhiando. Cazzo!!! Che goduria.
Iniziavo davvero a perdermi, mi spingevo contro il letto, la frizione sul mio cazzo che lacrimava, che lo stuzzicava, lo accendeva, ma insufficiente a soddisfarlo, serviva più pressione, una presa ferma. Poi mi arcuavo, sollevando il culo, spingendomi contro la sua bocca, le sue mani che instancabili continuavano ad accarezzarmi, impastarmi.
E quando pensavo di essere spezzato, di cedere, di parlare, eccola la sua lingua talentuosa, maleducata e birichina che bussava su di me, sul mio buco.
Lo picchiettava, poi ripartiva a leccare tutto lo spacco, per ritornare sull'ano, leccandolo, cerchi sempre più piccoli, sempre più bagnati, sempre più verso il centro, portandomi alla pazzia. Mi leccava, picchiettava, bussava ma non entrava.
Ero senza ossa, ero liquido, un fuoco ardente di desiderio che bruciava, lo volevo dentro di me, mi spingevo verso di lui, mi offrivo ma non ricevevo più di quello che lui voleva darmi.
All'improvviso non sentì più il suo calore, non sentì più il suo peso sul letto.
Solo l'aira fresca a lenire la mia pelle, ad alleviare il desiderio di un contatto più profondo.
E di nuovo eccolo accanto a me, che mi girava, sulla pancia, mi faceva scivolare una mascherina sugli occhi. Sentivo l'amore nei suoi gesti, non avrei sopportato ...