1. L'arma più crudele è l'amore


    Data: 14/10/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: Bsx_930, Fonte: Annunci69

    Prese il piccolo sacchettino che teneva nel cassetto delle mutande e lo poggiò sul tavolo.
    
    Sistemò li accanto un piattino, uno di quelli delle tazzine per il caffè.
    
    Fece uscire un po' di polvere bianca dal sacchettino e la sistemò con la carta dell'università.
    
    Due righe quasi perfette, due rette parallele, che non si sarebbero mai incontrate, se non per fottergli il cervello.
    
    Si abbassò sul piatto. Si tappò la narice sinistra e tirò su la prima striscia.
    
    Rivolse la testa all'indietro. Potei vedere la sua bellezza in quel momento.
    
    I capelli neri che ricadevano all'indietro, i suoi zigomi squadrati, il pomo d'Adamo coperto da una leggera peluria della barba, il braccio che penzolava accanto a lui, muscoloso, anche se non so come con tutta quella roba. Poi scendendo per il petto e l'addome, coperti dalla canottiera larga, i suoi slip, blu elettro e li le sue gambe possenti e leggermente coperti di bellissimi peli scuri.
    
    Poteva essere un dio greco sceso per far patire milioni di cuori, ma lui, faceva patire solo il mio.
    
    Rimase in quella posa alcuni minuti, toccandosi ogni tanto. Gli veniva sempre duro dopo aver tirato.
    
    A volte mentre si imbottiva, glielo pompavo sotto il tavolo, dei bei lavoretti di bocca li chiamava lui. Mi bloccava la testa con la mano e spingeva fino a che la sborra non mi inondava la gola e mi soffocasse, poi se ancora non passava, mi strappava i pantaloni e mi fotteva li sul tavolo, un paio di volte è successo anche davanti a i ...
    ... suoi amici, i quali si sono sentiti autorizzati a sborrarmi in faccia segandosi allegramente. Potevano schizzarmi, ma non toccarmi. Nessuno poteva toccarmi. Solo lui.
    
    “Hey”. Disse senza muovere la testa.
    
    “Vieni qui”. Continuò.
    
    Io ero al tavolino col portatile a scrivere la mia tesi.
    
    “Cosa vuoi ora”. Dissi.
    
    “Succhiamelo un po'”.
    
    “Non ne ho voglia e ho da finire la tesi”.
    
    “Andiamo troietta, lo so che ti piace succhiarmelo”.
    
    “Perché per una volta non me lo succhi tu eh?”. Dissi alzandomi e calando i pantaloni.
    
    Tirò su la testa e mi disse sorridendo: “Te lo succhio a modo mio però”.
    
    Mi ritirai su i pantaloni e mi ributtai sul divano.
    
    “Cos'è? Non ti va nemmeno di fartelo succhiare?”.
    
    Si alzò dalla sedia e venne verso di me barcollando.
    
    “Andiamo, non te lo succhio da un po', non mi ricordo nemmeno il suo sapore, dammelo un po' tesoro”. Disse dandomi un bacio sulla guancia.
    
    Lo guardai, era completamente andato.
    
    “No, va in camera e dormi”.
    
    Cominciò a ridere.
    
    “Ho preparato un'altra striscia, col cazzo che vado a dormire, e poi ora, a causa tua l'ho anche duro”. Disse abbassandosi gli slip.
    
    “Lo vedi? Eh? Lo vedi? Come cazzo faccio io ora? Sto con un modello e non vuole neanche scopare”. Disse imitando il verso dell'atto.
    
    Vedendo il suo cazzo duro e venoso davanti a me, non posso dire che non mi sia presa voglia, ma ero fermo sul mio punto. Non avrei scopato con lui quella sera.
    
    Si buttò sul divano, mettendo la testa sulla mia ...
«1234»