1. Il pomeriggio di un fauno - 1


    Data: 15/04/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    “Toh, un cazzo disoccupato!”, esclamò Marcello, notando un giovane, che se ne stava languidamente appoggiato con la spalla al tronco di un albero, i pantaloni calati a mezza coscia e l'elastico degli slip abbassati sotto i coglioni, e si masturbava lentamente l'uccellone turgido.
    
    Si avvicinò sorridendo e allungò la mano a carezzarlo. L'altro lasciò fare; allora Marcello glielo prese in mano: era duro, caldissimo e gli diede una strana sensazione con quella guaina di pelle morbida e spessa, che scorreva scioltamente sopra un'anima d'acciaio. Il prepuzio era largo e slabbrato: Marcello lo fece scorrere fino in fondo, scoprendo il glande incredibilmente rosa... un miracolo che non smetteva mai di emozionarlo, per quanti cazzi avesse manipolato nella sua vita.
    
    Continuando a fissare ammaliato la boccuccia dischiusa, da cui vedeva sgorgare una perla di liquido cristallino, il giovane si inginocchiò e lo prese in bocca: era maturo, sugoso... aveva un sapore estasiante. Dolce e salaticcio insieme, con un retrogusto vellutato di aromi sconosciuti. Pochi cazzi aveva gustato Marcello fino ad allora, che avessero un sapore così squisito: lui era uno a cui l'uccello piaceva ben condito.
    
    “Se non sa di selvatico, - diceva sempre agli amici – che senso ha? Tanto vale succhiare una patata lessa, che almeno un po' di sapore in bocca te lo lascia!”
    
    Ma questo era indubbiamente condito al punto giusto. Ringraziando la sua buona stella, con un gemito roco, Marcello cominciò ...
    ... gaudiosamente a spompinarlo, mentre l'altro, con un sospiro di soddisfazione, gli poggiava la sinistra sulla spalla, come per sostenersi, e con l'altra mano gli carezzava la testa, passandogli le dita fra i capelli.
    
    Mentre lo lavorava con la bocca, Marcello gli abbassò gli slip a metà coscia, in modo da potergli ora impastare le natiche forti e carnose, ora palpeggiare lo scroto voluminoso, scivolando ogni tanto con le dita nel solco segreto a vellicargli il forellino umido dell'ano. Gli sarebbe piaciuto poterci infilare un paio di dita, mentre lo sbocchinava, ma l'altro non fece nulla per facilitargli l'accesso e lui capì che non sarebbe stata un'operazione gradita.
    
    Così, si limitò a bagnargli l'orifizio con la saliva che colava lungo il gambo dell'uccello e a sfregargli delicatamente le grinze levigate con la punta dell’indice. L'azione combinata sul cazzo e sul buco del culo, ebbe presto gli effetti desiderati. Lo sconosciuto intensificò la stretta sulla spalla di Marcello e cominciò a dimenarsi, sguaiolando senza controllo.
    
    “Sì, pompami il cazzo, bastardo figlio di puttana! - ansimava – Pompami il cazzo, che ti sborro in bocca!”
    
    Il turpiloquio osceno durante il sesso piaceva da matti a Marcello e anche adesso non fece che eccitarlo ulteriormente.
    
    Si diede, quindi, da fare con foga maggiore, ripagato dal sugo denso che prese a sgorgare dal cazzo dello sconosciuto, impiastrandogli la lingua.
    
    “Dai, succhiacazzi, dai, che mi fai venire...”
    
    Il giovane aveva afferrato ...
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