Confessioni Incestuose Di Una Ventenne (Ovvero il cazzo enorme di papà) 2a Parte
Data: 16/04/2019,
Categorie:
Incesti
Autore: Pensieri Osceni
L'abominio incestuoso tra me e mio padre va avanti spedito, nessuno dei due si è creato alcuno scrupolo in famiglia (a mia madre e mia sorella non lasciamo sospettare niente) e nemmeno dal punto di vista morale o etico o religioso ci facciamo problemi; abbiamo scoperto che questa nostra tresca ci diverte, ci intriga, ci fa sballare e a noi sta benissimo così.La nostra tresca depravata ha assunto i contorni di una vera relazione clandestina quando è uscita dalla casa di famiglia per essere vissuta anche altrove. E ciò è avvenuto una mattina di metà autunno quando, verso la fine di ottobre, dovevo tornare all'università dopo il weekend.è un lunedì mattina e io sto uscendo per andare a piedi in stazione per prendere il treno per l'università. Per colazione mi faccio solo un caffè al volo, perché come al solito sono in ritardissimo, e con sorpresa trovo quel porcello di papà a tavola che sorseggia tranquillo il suo."'giorno papi, ma non dovresti essere già al lavoro?", gli dico mentre aziono la macchinetta espresso.Lui risponde serafico che quella mattina aveva appuntamento con un cliente e che quindi se l'era presa con più calma."E visto che usciamo tutti e due adesso," mi annuncia spigliato, "ti do uno strappo in stazione.""Sì papi, è fantastico. Così non rischio di perdere il treno."La mamma era girata verso il lavandino e io e papi ci siamo scambiati una occhiata maliziosa e soddisfatta per come ci mostravamo complici disinvolti davanti ...
... agli altri.Siamo poi partiti. Io ero convinta che mi avrebbe davvero dato uno strappo fino in stazione ma invece vedo che passa oltre senza rallentare, ha quindi intenzione di andare altrove. Gli chiedo dove stavamo andando e lui mi risponde che è una sorpresa. Lo guardo perplessa, sono un po' scocciata di perdere il treno e le lezioni all'università, ma allo stesso tempo inizio ad intrigarmi all'idea di questa sorpresa.Usciamo dalla città e arriviamo in un paese in collina, papà ferma la macchina in una piazzetta e mi indica un palazzo dicendomi di seguirlo. Entriamo e saliamo diverse rampe di scale fino al quarto piano, entriamo in un appartamento modesto, arredato con roba essenziale però luminoso e che dà un senso di tranquillità e intimità. Poi chiedo a papà di chi è, immaginando fosse di qualche suo amico, che lo usa per portarci qualche donna e scopare in tranquillità, ma lui mi risponde sorridente che è nostro.Io lo guardo sorpresa mentre lui sorridendo e con l'aria di chi pregusta qualcosa mi dice che lo ha preso in affitto apposta per noi; per farlo diventare la nostra alcova; un posto dove vivere e mettere in pratica le nostre voglie sconce e perverse."Uno, dei posti," aggiunge con aria sorniona."Che significa 'uno dei posti'?" Chiedo io perplessa."Che ce ne saranno degli altri." Risponde lui, pronto e compiaciuto.Mi prende tra le sue braccia e mi spinge piano verso la parete; mi sussurra che ha sempre più voglia di farmi avere il suo cazzo grosso in ...