1. La resa


    Data: 18/04/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: ilmassaggiatore1

    ... infilarsene sempre di più, arrivò un paio di volte ad avere conati di vomito, ma si riprese, intanto mi strusciava la figa sbrodolata sulla faccia, mi diceva: “mi stai facendo sbrodolare come una porca scrofa, sono già venuta due volte, tu no, trattieniti, mi devi riempire la figa” così dicendo si sollevò, si girò e si accovacciò su di me con i piedi sul letto, prese il cazzo, lo guidò al suo buco, calò lentamente sino a far sparire la cappella, poi si sollevo un po' e se la strusciò tra le labbra picchiettandosi sul clitoride, poi la reinghitottì, sentivo la cappella che mi stava scoppiando, anche lei “mhhhmmh come ti sento , la cappellona mi sta aprendo le pareti” andava su e giù lentamente sempre più in profondità, sentivo che gli toccavo l'utero, quando risaliva l'asta era lucida del suo godimento, “me la stai sfondando mio toro, non ho mai goduto così tanto”, “slegami le mani ti voglio mungere, vacca”, appena lo fece gliele afferai e le strizzai le tette con forza da farle male, gemeva e cavalcava, gli leccavo i capezzoli, li succhiavo li mordicchiavo mentre continuava a cavalcarmi, essendo semi libero, ricambiavo i colpi da sotto facendola sobbalzare, “scopami, scopami, sfondami adesso capisco perchè mia mamma urla sempre, mhhhh gooooodo ...
    ... gooooodoooo anche io come la VACCA MADRE, ti amoooo” la sua sbroda mi colava sui coglioni sino al culo.
    
    Sentivo che non avrei resistito a lungo, glielo dissi: “Sto venendo non resito alla tua figa bollente”, Mi afferrò le mani, le intrecciò alle sue, si distese su di me, ci intrecciammo le lingue, strinse le gambe e mi sussurrò “riempimi tutta, sono anche io la tua vacca da monta, tranquillo prendo la pillola”, “V-e-e-e-e-e-n-gooooo!!!”
    
    Persi il conto di quante volte le eruttai dentro, restammo abbracciati così non so per quanto tempo, lei sempre con le gambe strette, ci slinguevamo in attesa che mi si ammosciasse e scivolasse fuori, non avvenne, restai barzotto e dopo un po' ero di nuovo in tiro.
    
    “ma cazzo, ce l'hai ancora duro” le infilai la lingua in bocca e cominciai a limonarla mentre si dimenava per sentirsi ravanata dentro dal vecchio cazzo duro che l'aveva riempita. Mi baciava, mi leccava la faccia, le orecchie, mi accarezzava da per tutto, “sono felice, al settimo cielo, la migliore scopata della mia vita, sarò sempre tua, ogni volta che vorrai, altro che quella nullità”.
    
    “Andiamo a farci un caffè? Tergiversai, annuì e mi ribaciò annodandoci le lingue.
    
    Dopo una veloce doccia ci siamo rivestiti e siamo scesi in cucina.
    
    continua.... 
«1234»