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Ciao belle tettine. parte 7: finale
Data: 18/04/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: Capezzolone
... eccitato che compie il dovere assegnatogli dalla natura con una femmina, magari mentre ne assapora anche le poppe. Lui gliele afferra da dietro mentre ballano scatenate nella danza dell’amore, lei geme di gioia. Marcolone preso dalla foga si attacca a una mia tetta e ciuccia mozzicando il capezzolo. In un attimo la goduria e quel meraviglioso pornazzo cui stiamo assistendo dal vivo hanno la meglio. Inizio a gemere e lascio che il piacere mi sconquassi, quasi con la sensazione di essere la signora Ada e di godere all’unisono con lei. E in contemporanea sento Marcolone godere con noi con possenti e zampillanti spinte liberatorie. Sìììììììììììììììììììììììììììììììììììì!!! Infine, mentre lei sta ancora strillando di piacere, sono costretto a rimettermi i calzoncini e saltar via dalla finestra. “Wow! Ed è finita così... con una seghetta di consolazione?” chiede Carlo, il bell’istruttore di palestra, tra il divertito e il deluso. “In seguito ho avuto modo di rifarmi di quella gioia bruscamente interrotta” replico io con un alzata di sopracciglia mentre finisco la terza birra. Offerta da lui, ovviamente. È stata davvero una lunga storia. Lui scoppia a ridere. “Cazzo, me fai tajà! Riesci a raccontare le peggio porcate in modo così raffinato... dovresti fa’ lo scrittore. Di porno ovviamente”. “In effetti a tempo perso...” “E poi...?” “Ci siamo divertiti insieme altre volte quell’estate, in due... in tre...” “Magari pure in quattro o cinque...?” chiede ...
... lui. Io mi limito a ridacchiare: “Ho imparato un sacco di cose sul perché gli uomini hanno le tette e su cosa farci...” ammicco accarezzandomele distrattamente attraverso la camicia “Spero tu non abbia ancora obiezioni...” replico allungando una mano verso un capezzolo che sporge sotto la sua maglietta. “Assolutamente no!” fa lui frenandomi la mano “Mi dichiaro convinto e sconfitto!” Dopo quell’estate ho imparato a esser fiero delle mie tettine e a dar loro ciò che desiderano ogni volta che posso”. Carlo continua a fissarle senza porre obiezioni. “L’estate dopo, purtroppo, la casa al mare accanto alla nostra è stata affittata a un’altra famiglia e non ho mai più visto il Signor Gino né nessuno dei suoi parenti. Ma certi ricordi sono rimasti con me fino a oggi e tornano ad affacciarsi ogni volta che mi porto a casa un nuovo paio di pettorali”. “Wow!” fa Carlo incantato e non può far a meno di applaudire. Attira l’attenzione di qualcuno, ma ormai è tardi e il bar è quasi vuoto. “Come adesso?” chiede poi con un sorrisetto. “Adesso?” “Sì, credo che loro...” e abbassa lo sguardo sul proprio torace facendo ballare i pettorali sotto la maglietta “verrebbero volentieri a casa tua”. “...perché?” “Vorrebbero sentire qualche altra storiella...” “Non ho già raccontato abbastanza per stasera?” Usciti dalla palestra, siamo in quel bar da quasi tre ore. “Non sembri affaticato. Da che mi avevi pisciato dicendo che “era una lunga storia”, mo’ stai a raccontà ...