La prima volta con sonia
Data: 22/04/2019,
Categorie:
Etero
Autore: juda_s
... male…”
“tranquilla, amore, ci penso io, vedrai”
continuando a scoparla piano a pecorina, per scioglierla ed avvicinarla all’orgasmo, presi la saponetta da massaggio che giaceva sull’asciugamano e me la passai abbondantemente sulle mani, quindi sul buchetto del suo culo, quindi infilai prima l’indice e poi il pollice così lubrificati. C’era unto ovunque.
Sfilai il cazzo dalla figa, lo appoggiai allo sfintere cominciai a spingere piano e le dissi “spingi, amore, come fossi in bagno, spingi piano”
Sentii lo sfintere che si allargava, il cazzo che pian piano entrava, lei che mugolava; le dissi “rilassati, amore, non spingere più” ed… hop, il cazzo era dentro.
Con cautela prima, poi via via sempre più forte, cominciai a muovermi dentro di lei, fino a farlo arrivare alla fine, a metterglielo completamente dentro.
Geneva così forte che temevo di sentir battere sulle pareti da qualche vicino da un momento all’altro…
“Ti piace, amore?”
“Sì, amore, ti prego, spingi, dio, di più, così, sto venendo, amore, aprimi, ti voglio, ti prego, vienimi dentro, dio, inculami, cazzo, sfondami!!! Oddio, vengo….”
Assecondai il suo orgasmo ma non venni, per la nostra prima volta il mio obiettivo era un altro.
Lo estrassi, le dissi di darmi un attimo solo, andai in bagno a ripulirlo, perché sarà bello finchè volete ma un culo è pur sempre un culo, quindi tornai.
Era supina, respirava pesante.
La abbracciai, la baciai sulle spalle e sul collo, le accarezzai il seno ...
... mentre il cazzo tornava, di nuovo, duro, lei si girò per baciarmi, mi distesi su di lei, la penetrai e cominciai a spingere.
Le chiesi “rischio di metterti incinta?”
“no”, rispose, “non sono mica una bambina…”
sorrisi, la baciai, intensificai le spinte, la sentivo sempre più con me, sempre più me, eravamo una cosa sola, sentii il piacere salire caldo, imperioso, all’interno del pene, il calore salire lungo il corpo, i brividi sulla schiena, le dissi “amore, ci sono, vengo”
Rispose “anch’io…” strozzando la voce in un verso gutturale ed avvinghiando le sue gambe sulla mia schiena.
Lasciai andare e le venni dentro, copiosamente, mentre veniva con me. Sentii le sue convulsioni, sentivo il mio cazzo che spasimava dentro di lei rilasciando le ultime gocce, mentre i respiri si facevano meno affannosi, il membro si rilassava.
Rimanemmo abbracciati così per alcuni minuti, finchè il cazzo, ormai molle, uscì da lei,
Ridemmo.
“Oddio, sembra un lumacone!”, disse.
Ridemmo ancora.
Pian piano riprendemmo coscienza del tempo, del luogo. Guardammo l’ora: “mamma mia, abbiamo fatto le 10! Non troveremo manco più una pizza!”
Ci rivestimmo ed uscimmo velocemente, senza nemmeno darci una sciacquata, consci dell’odore del sesso che avevamo addosso, del nostro.
Trovammo la pizzeria, un tavolino all’aperto, nel dehor, tranquillo, arrivarono le nostre pizze, bevvi la mia media rossa con la scusa di dover ripristinare i sali minerali.
Mi prese la mano sul tavolo e mi ...