Il giovane toro nero
Data: 22/04/2019,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Spettro82
Avevo i loro occhi piantati sulla pelle, ormai quel gioco folle e perverso andava avanti da più di due settimane. Era tutto cominciato con un apprezzamento pesante, scritto sulla lavagna.
Mi sarei dovuta indignare e dimenticare l'accaduto,invece mi ero ritrovata nei cessi degli insegnanti a masturbarmi selvaggiamente con quattro dita piantate dentro.
Non riuscivo più a guardare la classe nello stesso modo, o meglio li vedevo per quelli che erano, ragazzi con voglie da uomini, provenienti da una Babele di etnie e culture, neri, sudamericani ed italiani molti dei quali provenienti da situazioni disagiate.
Per alcuni di loro ero solo quello che in realtà mi sentivo di essere, "carne da fottere", possibilmente sul cofano della mia utilitaria in fila a turno, come fossi un oggetto da usare per svuotare i coglioni.
Avevo immaginato esattamente quella scena mentre mi masturbavo, e avevo deciso di spingerli a farlo davvero.
I giorni seguenti le gonne si erano accorciate e i bottoni della camicetta avevano iniziato a lasciar intravvedere generose porzioni del mio seno da florida trentenne del sud.
Curve ostentate volgarmente, inguainate in gonne che ad ogni mossa salivano vertiginosamente, aizzavano i miei ragazzi come fossero un branco di lupi a cui si sventola una bistecca davanti al naso.
La bistecca che desideravano la avevo io tra le cosce, potevo sentire il loro testosterone nel' aria, l'odore di cazzo segato che mi arrivava dalla prima fila dove ...
... Obafemi mi guardava con insolenza, mentre la sua verga d'ebano ammiccava volgare da una tuta portata troppo larga.
Quel giorno uscii di casa dimenticandomi in bagno il buonsenso ed il pudore.
Volevo spingermi oltre, sapevo di rischiare il mio posto da precaria e la reputazione, ma ormai ero schiava di quegli occhi che mi bramavano ogni mattina.
Entrai in classe e subito mi sentii gli occhi sul culo, il vestitino bianco che indossavo lasciava intravvedere il reggiseno a balconcino che sorreggeva le mie tette abbronzate, una scollatura esibita sfacciatamente, che non poteva passare inosservata. quando mi sedetti alla cattedra, iniziai a fare lezione, sentivo i loro occhi che mi sfioravano le cosce.
Il vestitino era inevitabilmente salito, e mentre parlavo di Pascoli e Leopardi presi il coraggio a due mani e lentamente lasciai schiudere le gambe,consapevole che quella mattina non mi ero messa le mutande. Lentamente il mio frutto pieno di voglia si offrì allo sguardo di quei giovani porci, sentivo i mormorii sussurrati all'orecchio, da fila a fila, da banco a banco.
Sapevo che me la stavano guardando e che tutti in quella classe ormai mi vedevano per quello che ero, una Troia esibizionista.
Le conseguenze non tardarono ad arrivare.
Durante la pausa prima dell' ultima ora, frugando in borsa per prendere le sigarette trovai un foglio piegato.
"Fatti trovare nei cessi alla fine della lezione,ti rompiamo anche nel culo, portati i goldoni".
Volgare, diretto, ...