Per poi spingerlo nel buchino...
Data: 24/04/2019,
Categorie:
Etero
Autore: RedTales
... la lampo della gonna e la fece scivolare ai piedi per poi prenderla con gesto delicato e appoggiarla sulla giacca. Sbottonò lentamente la camicetta, allungando lo sguardo sull'uomo che la stava mangiando con gli occhi, e poi la sfilò. Restò in reggiseno, reggicalze, calze e tanga.
L'uomo la guardava, potremmo dire, con avidità. Slacciò una calza e, sedendosi sulla sedia, la tolse. Fece lo stesso con l'altra. Quindi scoprì il seno e, infine, alzandosi nuovamente, si liberò pure del reggicalze e pure del tanga. Fece tutto con naturalezza, sistemandosi, ogni tanto i capelli che, con i movimenti, le finivano sul viso. Adesso era nuda davanti a quei due uomini che la divoravano con uno sguardo avido e lei se ne rendeva perfettamente conto.
“Che spettacolo, signorina. E che naturalezza. Lei non lo sa, ma io adoro le donne con i tailleur scuri e i reggicalze”.
In realtà il dott. Vertrami sapeva benissimo ciò, ed era per questo che aveva fatto vestire Lucia in quel modo comperandole il giorno prima proprio questi vestiti. Si avvicinò e le toccò il seno, palpandolo con attenzione. Si soffermò sul capezzolo, titillandolo tra indice e pollice. In un attimo si inturgidì.
“Bene, proprio perfetta. Magari è già bagnata?”
“Si”.
La guardò perdendo un po' quell'espressione distaccata che aveva e fissandola le infilò due dita tra le grandi labbra.
“Ancora più sorprendente. Una vera cagna in calore”. Disse guardando il direttore. “E' proprio vero che è un animale da sesso. ...
... E' completamente bagnata. Sta sgocciolando anche lungo le cosce. E non le ho fatto praticamente niente”.
Passò e ripassò la mano per poi infilarle un dito dentro. Lei fece un respiro profondo che il vecchio sembrò apprezzare. Tolse quindi il dito e, girandole intorno, lo fece scorrere tra le natiche per poi spingerlo con forza nel culo. Vi entrò subito. Lo sfilò e glielo mise davanti al viso: “fammi vedere cosa sai fare con la bocca”.
Lei cominciò a leccarlo e poi a succhiarlo. Con voluttà.
“Maiala. Sei proprio una maiala. Mi piaci sempre di più. Fai proprio al caso mio. E' perfetta. Domani la fai venire da me. Mandala con l'autista. E' stato un piacere”. Si girò ed uscì dall'ufficio. Senza salutare.
“E' fatta” disse lui.
“Tutto qui” aggiunse lei.
“Ma dai sciocchina, domani vai a casa sua e ti scopa. Non sai neanche quanto è difficile di gusti
il dott. Strasenti. Mica prende la prima troia che trova. Devono essere perfette. Il vestito, poi, è stata la goccia che ha colmato il bicchiere”.
Allungò una mano sul quel bel sedere sodo che aveva li davanti e sussurrò: “dai girati, che me lo hai fatto venire duro”.
Lei, obbediente, si mise sullo schienale del divano, aprì bene le gambe, con le mani divaricò le chiappe e le lubrificò un po' con i suoi umori e offrì il suo buchino al grosso cazzo del direttore. Lui la penetrò, senza tanti complimenti. Ogni volta che la grossa cappella la allargava sentiva una fitta, che poi spariva appena scivolava dentro e ...