Mis(s) ano adriatico. sesso al buio.
Data: 24/04/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: ClubGodo87_II
Analcord. Un ricordo così lontano. Un sogno remoto.
A distanza di dieci mesi da quel rovente pomeriggio d'aprile, risentii Marco.
Sì, proprio lui..che dopo avermi abbracciato davanti alla stazione di Rimini, decise di non sentirmi più. Proprio sul più bello. Come quando, davanti ad una porta, si è pronti a fare goal.
Marco. Le sue paure, i suoi pensieri, le sue mille storie passate..ed un fascino inimitabile.
Lo ricontattai qualche giorno prima, inizio dicembre.
Tarda sera, giornata lunghissima a lavoro...ed autocontrollo allentato dalla stanchezza.
Guardai la sua foto su whatsapp, aprii la finestra di conversazione e lo notai online.
Quella volta, più di tante altre, non riuscii a resistere.. gli scrissi!
Esistono persone nella nostra vita che non sono come altre. Che anche conoscendole poco, ti rimangono impresse..e così come sono, con mille difetti e limiti, non vanno via.
Quando ci salutammo fu come la prima volta. Lui sempre dolce ed educato, di classe.
Mi chiese come stavo, io feci altrettanto.
Era periodo d'esami per lui.. ma la conversazione andò avanti per un paio d'ore.. Nonostante la stanchezza, di entrambi.
Ci salutammo con gli occhi socchiusi, davanti ad uno schermo, con la promessa di vederci dopo il suo esame.
L'esito positivo dello stesso aiutò le cose. Tanto che Marco, felice del traguardo raggiunto, mi comunicò prontamente voto e sensazioni a caldo.
Senza perdere ulteriore tempo, sfruttando la sua euforia, gli ...
... chiesi quando si sarebbe concretizzato il nostro incontro.
Propose una domenica al mare, a casa sua: Misano Adriatico.
Nei mesi estivi residenza di famiglia, in inverso sfitto appartamento pronto all'uso.
Accettai prontamente. Desideroso di rivederlo e di sentire ancora una volta il suo profumo inconfondibile.
Questa volta scelsi di raggiungerlo in auto. Sapendo dell'appuntamento in un particolare punto del paese.
Arrivai con leggero anticipo, ma lui era già lì. Attendeva.
Lo fissai giù prima di spegnere la macchina, ancora una volta appoggiato all'auto di sua madre.
Gambe incrociate, giacca grigia, pantaloni blu notte. Marco era lì, per me.
Cercai di frenare l'istinto e lo raggiunsi con calma, senza guardarlo negli occhi. Mi avvicinai ed allungai la mano destra per salutarlo, formalmente.
Con un sorriso che fatico a dimenticare, mi accolse nel suo regno.
Iniziammo a passeggiare senza chiederci dove andare, cosa fare.
Percorrendo il lungomare, parlammo dei mesi trascorsi e di cosa ci avesse allontanato.
Marco era una persona diversa, in quel momento. Più lucida, più matura, più ferita.
Cercai di rincuorarlo, rimproverandolo. Come fossi un suo fratello maggiore.
Più passavano i minuti, più si apriva a me. Con me.
Le nuvole ed un vento abbastanza freddo ci ricordarono che non era più aprile; decidemmo quindi di dirigerci verso a casa, per scaldarci..
Salimmo sulla sua macchina. In un attimo di silenzio incrociammo i nostri sguardi, ...