1. Il corso (Secondo capitolo)


    Data: 16/10/2017, Categorie: Etero Autore: Alba17, Fonte: EroticiRacconti

    Sabato mattina mi alzai presto. Feci una doccia rapida, misi scarpe da ginnastica e tuta sportiva e, come da indicazione, portai con me il tappetino da palestra. Mi ero ripromessa che avrei fatto la brava e avrei cercato di essere paziente, senza trarre conclusioni affrettate sul corso o sul personaggio misterioso che lo dirigeva. Le conclusioni affrettate mi chiudono come un riccio e mi indispongono a priori, quindi mi sono detta "No, no e NO! Non questa volta!". La lezione si sarebbe svolta in una palestra spaziosa della nostra città. Essendo io ritardataria cronica, arrivai con 10 minuti di ritardo, chiesi scusa a tutti e mi presentai a lui: "Buongiorno! Sono Alba. Piacere!". "Buongiorno Alba. Piacere mio - mi disse stringendomi la mano con decisione - accomodati". Guardai le altre e le imitai sedendomi sul tappetino che avevo portato con me. Poi cominciai a studiarlo mentre parlava animatamente con le altre del nostro gruppo. Magro, alto, capelli lunghi, voce calda. Il viso un po' spigoloso dal quale sporgevano due occhi grandi verde azzurro che mi trasmisero da subito inquietudine. Troppo grandi per quel viso. A occhio, doveva essere sulla cinquantina. Mani con le dita lunghe, magre come il resto del corpo. Non potevo definirlo né bello né brutto, ma aveva un che di autoritario, un fascino misterioso nel modo di parlare che mi fece ascoltare con attenzione. "Adesso basta chiacchiere, mettiamoci al lavoro - disse lui interrompendo la mia minuziosa analisi - prima ...
    ... lezione: la nostra energia nei confronti del prossimo, capacità di interagire, conoscenza delle nostre capacità di dare e ricevere energia. E ricordatevi che il capo della baracca siete voi". Spalancai gli occhi quando sentii quell'espressione e mi misi a ridere. "Alba, qualche problema?" mi chiese lui lasciandomi spiazzata per il fatto di essersi ricordato il mio nome. "Scusa, ma mi fa ridere questa espressione! Mica faremo i capi baracca qui". Percepii quasi un sorriso. "Adesso, in coppia dovete dare delle pacche decise sulle braccia della compagna, tirando fuori un HO, con quanto fiato avete in gola". Non capivo, ma eseguii l'esercizio senza discutere. "Ora cambiate partner!". Così feci, con la compagna vicino, poi con un'altra e un'altra ancora. Dopo un po mi venne vicino. "Alba, ora dai una pacca a me, ma vorrei sentire un HO tanto forte da spaccare i vetri". Non so dove trovai tutta quella forza, ma la mia voce uscì così potente che non mi riconoscevo più. Mi sentii come un uccello imprigionato che, appena vede un spicchio di cielo, spicca il volo assetato di libertà. All'improvviso, tutto silenzio. Nella grande palestra si sentì solo l'eco della mia voce che prima sbatté sulle pareti e poi girò tutto intorno per ritornare da me. "Che diavolo sta succedendo? - domandai a me stessa - ma è un allucinazione o cosa?". Sentii un'ondata di vibrazioni nel corpo, come fossi indemoniata. Ebbi paura. Paura di me? Di quello che potevo fare? O di lui? Di quello che lui mi poteva far fare ...
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