1. Il corso (Secondo capitolo)


    Data: 16/10/2017, Categorie: Etero Autore: Alba17, Fonte: EroticiRacconti

    ... senza che io fossi capace di rendermene conto e senza neanche la forza di poter obbiettare? Guardai lo sciamano, non riuscivo a dargli un altro nome vista la sua capacità quasi sovrannaturale nello spronarmi, e notai nel suo sguardo una felicità morbosa che mi penetrò nelle ossa facendomi rabbrividire. "Ora basta! Cambio scena -disse - di nuovo in coppia e dovete fare le smorfie, i movimenti, dovete far ridere, dovete divertirvi voi per prime, realizzando con il vostro corpo, e contemporaneamente interagendo con la compagna, la scena più buffa che vi viene in mente". Mi irrigidii. Vuole che facciamo i clown, mi dissi, ma io non voglio. La mia migliore amica, conoscendo i miei limiti, mi venne vicina dicendomi che l'avremmo fatto insieme. Annuii sollevata. Poi lui parlò di nuovo: "tutte le coppie, una alla volta, dovranno mettersi in mostra sul palco". "Il palco? Che cavolo! E dov'è? - domandai a me stessa - questa è solo una palestra". Non ebbi tempo di dire nulla, che la prima coppia mise in scena una parte comica e altre le seguirono subito dopo. Alla fine di ogni esibizione, lui dava la sua approvazione o disapprovazione, consigli su come migliorare. Era così strano tutto questo! Fare i pagliacci con pernacchie, facce buffe, gesti da stupidi... "Io non lo faccio" mi dissi decisa sistemandomi per ultima. Vedevo le altre, qualcuna veramente brava si muoveva con tanta grazia che la guardai con ammirazione. Alcune altre, invece, sembravano dei polli in un pollaio tant'erano ...
    ... goffe. Mi sentii come loro e mi dissi: "Tu stai ferma QUI! Non pensare di alzare quel culo da terra neanche sotto tortura". "Alba tocca a te!". "Non lo faccio". "Perché?". "Non voglio". "Ma perché? Hai una spiegazione per questo NO categorico o è solo così, per divertimento?" Gli dissi semplicemente: "se faccio così mi sento scema! Non mi va!" "Quindi tu hai paura di ridicolizzarti davanti alle altre? In poche parole, questo si chiama avere paura dei pregiudizi. E io sono qui per aiutarti a superarli". Si rivolse alle altre: voi continuate lo stesso gioco cambiando partner. Io mi occupo di Alba". Lo guardai male. "Ma prima facciamo una piccola pausa!" parlò di nuovo. Le mie colleghe parlavano felici tra loro mentre io me ne stavo accigliata in disparte. La mia amica mi strinse il braccio per darmi conforto. Mi allontanai infastidita. All'improvviso, lui mi venne da dietro, mi afferrò col braccio destro la parte alta del torace e mi mise le gambe dietro le ginocchia come volesse farmi cadere. Feci resistenza, tenendo dritto il mio corpo, come un rigido palo. "Alba, lasciati andare. Fidati!" mi disse. Non risposi e non feci ciò che mi disse, anzi mi opposi con più forza. Sembrava una lotta tra me e lui per piegarmi alla sua volontà. Dopo un po', vedendo che non otteneva alcun risultato, mi lasciò perdere e andò in fondo come se nulla fosse. Non aspettai altro che liberarmi dalla sua morsa. Gli andai vicino e, arrabbiata, gli dissi di tutto con un tono che tempo dopo mi fece ...