1. Trattamenti - Parte 3


    Data: 02/05/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Sensazioni Autore: SilverShine, Fonte: RaccontiMilu

    =Cap 3= introduzione Continuai la vita del lattante ancora per nove giorni. La mia padrona aveva sempre meno latte e quindi io mangiavo sempre meno. Quando, dopo il mio magro pranzo, mi lasciava "giocare" si siedeva accanto a me e mi metteva vicino qualche peluches e dei giocattoli da poppante, sonagli e palline per lo più. Se giocavo come lei si aspettava, leccando i giocattoli e facendomi coccolare nel suo seno mentre mi stuzzicava l'ano attraverso il pannolone, o infilandomi direttamente i giocattoli su per il culo, mi premiava con un poco di minestra in più. Il mio pene intrappolato da giorni mi doleva a causa dei continui stimoli senza erezione, ero diventato molto più magro, ma sopratutto debole. Ormai non mi legava più al letto di notte e aveva allungato le mie corde. Le mie giornate continuarono così fino al decimo giorno quando... Questa mattina non mi ero svegliato con i sussurri della mia padrona. Quando avevo aperto gli occhi l'avevo vista vestita con una tuta di latex che esagerava le sue forme pesanti. Mi intimò di seguirla nella stanza dove mi aveva preparato al mio arrivo e tirò fuori una forma di pane. Era secco, ma mi parve desiderabile come appena sfornato. -Hai fame?- annuii senza staccare gli occhi dal pane. Con un sorrisetto disse -Sarai ubbidiente, vero?- feci cenno di sì con la testa abbassando gli occhi. -Sdraiati sulla schiena e non ti muovere.- eseguii l'ordine secco senza fiatare. Tolse la corda che collegava i legacci dei piedi con quelli delle ...
    ... mani e per la prima volta dopo più di una settimana potei allungare le gambe. Svitando il blocco che li teneva in posizione, mi liberò il pene dagli anelli. Il metallo mi aveva lasciato segni lungo tutta l'asta, e i coglioni stretti dall'anello sembravano allungati e flosci, ma anche carichi di sperma. Dopo tanti giorni di prigionia l'uccello reagì subito con una prepotente erezione. Decisamente non avevo un grosso cazzo, ma l'astinenza e la fresca depilazione lo facevano sembrare un colosso. La mia padrona mostrò disappunto rifilandomi un forte schiaffo sui coglioni -Chi ti ha detto di eccitarti? Vedi di non farmi arrabbiare se vuoi ancora mangiare!- Il dolore aveva leggermente attenuato la turgidità, che andava morendo. Mi slegò le cinghie dietro alla testa e mi tolse il morso di bocca. Le mandibole indolenzite mi facevano male, come dopo aver cercato di addentare un sasso. -Parli solo se interpellato.- non era un ordine, la sua era una semplice constatazione senza possibile contestazione. Mi strinse la cappella tra due dita per eliminare l'ultimo resido di eccitazione, facendomi stringere i denti dal dolore, quindi da una scatola al suo fianco tirò fuori una nuova gabbia per il mio uccello. Era piccola, di plastica totalmente chiusa e ricurva. Per metterla dovette torcere il mio cazzo fino a puntare la cappella verso la base dell'asta. Era strettissima, tanto che non c'era anello per i testicoli nè cinghie per sostenerla ma rimaneva in posizione da sola. Per un attimo avevo ...
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