Se son rose....
Data: 03/05/2019,
Categorie:
Etero
Autore: luandra
Era una fresca giornata primaverile e lei, come al solito, era scesa al bar a far colazione; un cappuccio ed una brioche, come di routine.
Ero innamorato folle di lei ma non ero corrisposto.
Ogni volta che i suoi occhi incrociavano i miei, quasi per sbaglio, mi sentivo il cuore fermarsi un attimo, per poi riprendere a correre come un toro inferocito, e per colpa di quella tensione non ero mai riuscito a dirle nulla finché un giorno, durante una delle nostre solite colazioni “separate” la urtai accidentalmente, facendole cadere il cucchiaino dalle mani che finì involontariamente a terra. Io mi chinai per raccoglierlo e lei fece altrettanto mostrandomi, in quell’attimo di ravvicinata passione, il suo seno che abbondava dalla scollatura, rischiando quasi di uscire dalla maglietta rossa che indossava.
Rimasi attratto senza ritegno da quel belvedere e lei se ne accorse e corse ai ripari andando a stingere la maglietta all’altezza del colletto, facendo rientrare le indecenze.
Non mi ringraziò per il gesto anzi, si voltò quasi imbarazzata per l’accaduto, ed io, che ero forse più imbarazzato di lei per essere stato sorpreso a sbirciare le sue gioie, mi scusai quasi balbettando, timoroso di una reazione brusca della mia ignara amata.
Con mia grande sorpresa, mentre mi accingevo a finire furtivo la colazione per andarmene il più in fretta da lì, volendo allontanarmi dall’imbarazzo, mi accorsi che la sua mano stava sfiorando la mia, e senza che mi guardasse negli occhi ...
... la sentii sussurrare alcune parole…. Sono certo che stesse parlando con me ma non ebbi il coraggio di avvicinarmi nuovamente per chiederle cosa stesse dicendo, così mi offrii di pagarle la colazione per il disturbo arrecatole e me ne andai.
Appena fuori dal bar mi fermai un istante per inspirare forte aria fresca, cercando di tornare in me allontanando la tensione che avevo accumulato dal momento che vidi entrare la mia bella, e allora mi accorsi che Daniela, questo è il suo nome, si era messa dietro di me e mi stava osservando.
-Buongiorno- la salutai cercando di apparire meno imbarazzato di quanto fossi in realtà.
Daniela mi sorrise stringendosi quasi impercettibilmente nelle spalle, e con un filo di voce mi disse – Non mi sono offesa…prima-.
Eravamo talmente tesi che non ci accorgemmo di essere in mezzo ai piedi dei clienti del bar che dovevano entrare o uscire, e di tutta la folla che percorreva il marciapiede in quel momento, finché non venimmo spintonati più volte.
-Io vado in quella direzione- le dissi indicando la sua sinistra.
-anch’io, se vuole possiamo fare un pezzo di strada insieme-.
Non vi dico la gioia che provai in quel momento.
Arrivammo proprio sotto casa mia, parlando di quanto fossero buone le colazioni in quel bar, e ci fermammo tutti e due, guardandoci negli occhi.
-Io sono arrivato- Le dissi indicando la porta di casa con le chiavi in mano.
-Oh, allora dobbiamo salutarci-, disse Daniela quasi dispiaciuta, fingendo però di ...