1. Daniela il rosso e il nero


    Data: 03/05/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: voglioaffetto, Fonte: Annunci69

    Ci svegliammo a sole già alto, mi alzai e andai a preparare la colazione. Lasciai Daniela a dormire carezzandola con lo sguardo, era bella anche di prima mattina. Mentre la caffettiera gorgogliava allegra il frutto del suo ventre caldo la vidi apparire appoggiata allo stipite della porta, aveva la mia vestaglia leggermente aperta sul davanti e le si intravedevano i seni sodi.
    
    “Sei ancora vivo?” mi chiese ridendo e si accomodò a tavola. Le risposi con uno sguardo eloquente mentre la servivo. Facemmo colazione ridendo, cosa rara quella di essere felici la mattina appena svegli. Andammo in bagno a farci una doccia. L’abbracciai sotto l’acqua, le passai le mani sul suo corpo insaponato sentendola sinuosa e vellutata. Ebbi un accenno di erezione che non guastò. Uscimmo dalla doccia quando mi fece sedere sul bordo della vasca. “Dove tieni le lamette e la schiuma?” mi chiese. Io la guardai stupito “Sono nel secondo cassetto, perché?” “Ci dobbiamo fare belli per stasera, andiamo a trovare una mia amica!” sorrise maliziosa e tirò fuori lamette e schiuma “Adesso l’avrei fatta la barba” obbiettai. “E chi ha mai parlato di barba?” ribattè con un sorriso.
    
    Entrò nella vasca, si inginocchiò e si spruzzò la schiuma su una mano; cominciò a cospargermi i testicoli e il forellino. Io la guardavo rapito e stavo fermo, mentre lui si risvegliava contorcendosi e raddrizzandomi. Sentivo la freschezza della menta carezzarmi la pelle, era una piacevole sensazione di fresco. Cominciò a radermi ...
    ... partendo dalla coscia, stendendomi la pelle con le mani e passando la lama leggera e decisa sulle grinzette che ricoprono lo scroto. Al passaggio del rasoio metteva in risalto lembi di pelle tenera e chiara. Poi fu la volta del sotto, fu delicatissima e non mi graffiò neppure leggermente. Mi sciacquò con acqua tiepida, che sentii incredibilmente fredda e mi asciugò con un asciugamano a nido d’ape. Guardavo stupito e soddisfatto l’opera quando lei si accostò alle palle succhiandole. Le vidi sparire dentro la sua bocca. Poi si rialzò come se nulla fosse accaduto e si rivestì lasciandomi lì come un ebete. Mi vestii passato lo shock e uscimmo in auto, avevo una strana sensazione tra le gambe, come di ruvido. Mi guidò verso la periferia con fare sicuro, i suoi capelli scintillavano sotto al sole mentre il vento li scompigliava. Arrivammo sotto una palazzina di pochi piani dove ci fermammo. La seguii al portone e mi guardavo intorno mentre lei si faceva aprire. Sentii uscire dal citofono una voce femminile calda e profonda. Salimmo per le scale perché io sono claustrofobico e quindi non posso usare ascensori. Bussammo a un’anonima porta color noce, la porta si aprì e apparve una ragazza di colore alta e ben tornita, con un bel viso su cui spiccavano le labbra carnose leggermente pendule, aveva un seno prorompente e una vita stretta, ma il pezzo forte era rappresentato dal culo, grosso e rotondo che traspariva inguainato da una minigonna che le lasciava libere due gambe da gazzella. ...
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