Godo
Data: 04/05/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Malena N
Piove a dirotto ma poco importa. Se anche questo cielo fosse azzurro e limpido e il freddo secco, rimarrei comunque qui. In casa. Sola e scalza. Lontana da tutto e tutti. Mezza nuda e sfatta. I capelli in disordine, così, come la mia vita. Odio i giorni che si susseguono veloci. Odio i mille impegni, i miei, ma di certo ancora di più, i tuoi. Odio il tempo che non c'è. O forse odio solo il fottuto tempo che non hai per me. Sono eccitata. Penso a prima. E non mi basta stendermi qui e strusciarmi, toccarmi. Ci ho provato, sai. Nel tepore del letto la mano è scivolata istintivamente fra le cosce. Si è fatta strada nelle mutande umide, ha accarezzato, esplorato ma senza gloria. Non mi basta leccare queste dita e ficcarmele dentro fino a venire. Non mi basta fare la puttana, anche se la tua. Devo vederti. Riprendere da dove ho lasciato. Indossare il vestito che ho scelto con cura e stringerti nel suo velluto. Farmi scopare. “Chiamami” ti scrivo senza pensare. E senza pensare perché se avessi pensato, la verità sarebbe arrivata forte. Già, la verità. La verità è che non decido più un cazzo. La verità è che non ho più il permesso di fare e disfare. La verità è che ti incazzerai come una bestia e allora bene! Le bestie passeranno a due. Nell'attesa snervante di una risposta che non arriva, c'è qualcosa a cui penso di continuo. Qualcosa che mi trafigge il petto, che mi sventra nel profondo, che mi scuoia la pelle dalla carne viva. Il pensiero fisso che mi riporta a quando tutto è ...
... iniziato. A quando ci frequentavamo assiduamente e a quando, persi nel nostro tempo e nel nostro spazio, non lasciavamo posto a nulla, se non alla voglia di essere l’una nella bocca dell’altro. Le bugie dette con facilità, come fa chi è abituato a mentire. L’egoismo che non mi era mai appartenuto prima e che poi è diventato marcato, malato. Come se si potesse vivere solo nei 10 minuti rubati dopo il lavoro. Dieci minuti che sono diventati venti, poi trenta. Gli stessi minuti che sono diventati ore. E ore che volevano esser giorni, ma che giorni veri non sono mai stati! E tornavo a casa, sempre più svuotata, fra gli altri ma mai con gli altri. Cosa è cambiato da allora? Cosa è cambiato se il vuoto è lo stesso? Cosa è cambiato se continuo a fare l'amore senza amore? Se sfogo la rabbia e la gelosia di saperti fra le braccia di un altra, su un corpo che non è il tuo! Se mi sento squallida ogni volta che godo solo per dimostrarti che so godere anche senza di te! Cosa è cambiato se vivo ancora di questi momenti? Cosa cazzo è cambiato se non guardo in faccia a niente e a nessuno pur di prendermi il niente! Lascio andare via i pensieri malati concentrandomi su oggi. Mi lascio cullare dalla parte più vera di una verità che fa male. Non posso farne a meno. Voglio sentirmi viva e vera come quando, prima, ho goduto per te in questo vestito volgare. Voglio accendermi e bruciare come prima, davanti al tuo sguardo maledettamente sexy anche nel display. Comodo, sul divano, hai goduto dello ...