Ho tradito il mio ragazzo con un avversario (parte ii)
Data: 04/05/2019,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Milla90
... gol. Era davvero bravo a giocare a calcio, oltre che a scopare, pensai.
Rimaneva bruttino purtroppo, ma aveva davvero una classe non indifferente con la quale addomesticava il pallone e saltava gli avversari. Tra il tifo riconobbi anche due delle sue amiche che già erano venute alla semifinale, probabilmente erano quelle troiette che mi aveva confessato di scoparsi.
Prima che la partita fosse finita, Marco si era già attaccato con tre degli avversari. Era davvero uno spirito irruento e piuttosto attaccabrighe. Vinsero loro la finale, e lui venne festeggiato dai suoi come un eroe.
Scrutai la loro festa per un po’, poi lui mi notò, e dopo essersi congedato dagli altri, mi venne incontro.
- Ciao – sembrava stupito di vedermi.
- Ciao… - risposi imbarazzatissima. Non era facile guardarlo negli occhi dopo quello che era successo.
- Cosa vuoi? - tagliò corto lui. Quella fretta mi lasciò spiazzata. Pensavo sarebbe stato contento di vedermi, invece pareva seccato. Stavo facendo la figura dell’idiota, ed essermi presentata lì mi faceva solo sembrare una sciacquetta che voleva un altro giro sulla giostra.
- Pensavo… Posso parlarti un attimo in privato? Dovrei dirti delle cose importanti –
- Ora non posso, abbiamo vinto, non vedi? Aspetta la fine della festa, durerà poco – e detto ciò, senza aspettare nemmeno una mia risposta, mi diede le spalle e tornò dai suoi compagni.
Come osava trattarmi così? Io ero venuta lì apposta per lui, e ora era questa la sua ...
... considerazione?
Feci per tornare alla macchina su tutte le furie, poi una volta salita non so perché, ma aspettai.
Venti minuti dopo vidi le squadre andare verso gli spogliatoi, io scesi dalla macchina perché volevo dire a Marco di andare a quel paese. Mi notò, rimase indietro e prima che potessi aprire bocca mi disse – entra in quello spogliatoio, io arrivo – mentre mi indicava lo stesso spogliatoio della scorsa volta.
Entrai, mi misi a sedere su di una panca, poggiando la borsa di fianco a me. Poi nervosa, mi alzai, andai allo specchio e controllai il trucco. Perché volevo apparire bella?
In quel momento entrò lui, ed io cominciai ad inveirgli addosso qualsiasi cosa – Come ti permetti a trattarmi in questa maniera? Sono venuta per parlarti e tu cosa fai? Non mi dedichi nemmeno cinque cazzo di minuti? -
Mentre gli gridavo addosso arrabbiata, lui si sfilò la maglietta, poi le scarpe con i tacchetti, i calzettoni ed infine i pantaloncini e le mutande. Il suo cazzo fece capolino dalle mutande, moscio, pesante, lungo e grosso. Mi fermai esterrefatta.
- Scusa, ti ho interrotto? – mi chiese lui, fissando me che fissavo il suo uccello.
Dio, era davvero perfetto.
- Perché ti sei spogliato? –
- Devo fare la doccia. Mi aiuti a lavarmi? – cominciò a sorridere con quella faccia da ebete.
- No, sono venuta qui per parlarti – cercai di spiegarmi, nonostante non fosse facile con davanti un pezzo di carne del genere.
- E di cosa? Per essermi scivolata sul cazzo ...