Tutti per uno - 2
Data: 04/05/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad
... infatti.
“Cosa?...”, cercò di schermirsi il giovane.
“Apri la bocca, cazzo!”, gli intimò l’altro, afferrandolo per la nuca e fregandogli la
punta del cazzo sulle labbra serrate.
E appena lui le dischiuse per protestare, il capitano glielo infilò tutto nella bocca, molle com’era.
“Qui spero che nessuno te l’abbia messo mai…”, sospirò, preso dal piacere che stava provando.
Da scrittori molto più accreditati di noi, sappiamo che l’igiene personale non era una priorità a quei tempi, quando c’era gente che si vantava di essersi lavata solo due volte nella vita: al momento della nascita e il giorno del matrimonio. E questo è uno dei motivi per cui ringrazio il cielo di essere nato tre secoli dopo i fatti che andiamo narrando.
Però, bisogna ammettere che doveva esserci anche una sorta di assuefazione nelle percezioni sensoriali delle persone, perché se D’Artagnan ebbe un sussulto di ripulsa, non fu per il sapore e il profumo, che non dovevano essere propriamente quelli di un frutto appetitoso, ma solo per la stranezza di ritrovarsi con un cazzo nella bocca: mai e poi mai avrebbe supposto che si potesse fare una cosa del genere. Ma lo stupore cedette il posto alla curiosità e proprio mentre con un guizzo l’uccello del capitano riprendeva quota, lui si scoprì a gustare quel sapore strano, ad avvolgere con la lingua il pomello levigato, a frugare con la punta nel ...
... taglietto sugoso, vieppiù infervorato dai fremiti e dai sospiri dell’altro.
Il cazzo del visconte de La Tour era ormai in pieno turgore e quasi non gli stava in bocca, così D’Artagnan se lo sfilò, tenendo solo la cappella sguainata, sulla quale concentrò l’attività della lingua e delle labbra, assaporando golosamente il fluido viscoso che sgorgava in quantità dall’organo fibrillante.
E mentre con la bocca e la lingua lavorava sulla cappella, con una mano gli carezzava delicatamente lo scroto peloso, con l’altra stimolava la base della verga, accennando un leggero movimento masturbatorio.
Ah! Potenza del richiamo naturale dei sensi: era la prima volta che D’Artagnan lo prendeva in bocca, ma già operava come la più consumata pompinara da bordello. E così fu del tutto naturale, quando si giunse alla conclusione, che lui non solo ingoiasse senza batter ciglio la cremosa produzione del visconte, ma continuasse anche a slinguare e succhiare anche dopo che il birillo si era sgonfiato e la cappella rientrata nel prepuzio.
“Basta, basta…”, gemette l’uomo, sfilandogli il cazzo dalla bocca e rimettendoselo nelle braghe.
“Per questa volta ti sei pagata la libertà, - disse poi – ma bada a non incrociarmi per le strade di Parigi, perché niente e nessuno ti salverebbe dalla piazza di Greves.”, e se ne tornò dai compari che vociavano ubriachi nell’osteria.
(continua)
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