La più classica festa di Halloween 4
Data: 12/05/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Perseus
Con passo incerto, la testa traballante e l’animo inquieto scivolò tra la gente, tornando nella navata centrale. Chi saltava, chi si dimenava, chi spingeva. Si sentiva la pallina di un flipper, sballottata qua e là senza controllo, vittima di una marea umana su cui non riusciva ad esercitare alcun controllo. “Bevuto… ho bevuto troppo...” Incespicò, lo sguardo perso tra la folla in cerca di quell’uomo misterioso. E le sue amiche? Le aveva perse di vista da tempo e non riusciva più a trovare nemmeno loro. A questo disagio si sommava la voglia, quella dannata voglia che le era montata dentro e che non riusciva a contenere, che sembrava bruciarle ogni singola cellula del corpo. Mutande. Maledette mutande. Si sentiva bagnata tra le gambe. Sentiva le mutande bagnate. Sentiva il suo sesso colare e questo le provocava un disagio a cui non riusciva a dare un senso. La cosa che più la inquietava, tuttavia, era il fatto di essere così vergognosamente eccitata in mezzo a tutta quella gente. Era qualcosa di assolutamente nuovo per lei e non faceva altro che aumentare ancora di più la sua eccitazione. Doveva trovare il modo di sfogarsi e ritrovare la lucidità. Il bagno… il bagno era l’unica possibilità. Lì avrebbe avuto la pace per potersi accarezzare. Non vedeva altra scelta... Avvicinò il bicchiere alle labbra, solo per scoprire che era vuoto. Aveva già finito un altro cocktail? Quanti ne aveva bevuti? Ormai ne aveva perso il conto… Si passò una mano tra i capelli ma, proprio in quel ...
... momento, qualcuno la urtò con più forza, tanto che barcollò e perse l’equilibrio. Gettò una mano, cercando un appiglio a cui aggrapparsi, ma non trovò altro che il vuoto. Chiuse gli occhi in attesa della botta contro il pavimento. Una botta che, però, non arrivò mai. Qualcuno l’aveva presa al volo. Aprì gli occhi. Uno zombie, dai vestiti stracciati e pieni di sangue, l’aveva presa al volo. Non aveva nulla di particolare, sembrava un ragazzo come tanti. “Stai bene?” “Io.. sì… ho bevuto troppo…” La aiutò a rimettersi in piedi. “Meglio, sarà più facile mangiarti il cervello.” Per un attimo lo immaginò tra le sue gambe, intento a mangiarle altro che il cervello. Un brivido le attraversò tutto il corpo. Sembrava un ragazzo tranquillo e alla mano. “Non è una cosa carina da dire a una strega...” “Temo tu abbia ragione… Posso invitarti a ballare?” “Non so se mi reggeranno le gambe...” “Muoverti un po’ ti aiuterà a smaltire l’alcol. E se dovessi stare poco bene, ci sarò io ad aiutarti.” Non era molto convinta, ma dovette riconoscere che aveva bisogno di muoversi, di togliersi di dosso quel languido torpore che si era impossessata di lei. “Va bene, d’accordo.” Tornò a ballare e si abbandonò a se stessa. La musica le martellava nelle orecchie? Rispose cercando di muoversi a ritmo. Le luci le abbagliavano gli occhi? Li tenne chiusi. Mille odori che la stordivano? Cercò di coglierne ogni sfumatura. Alcol le scorreva nelle vene e le inebriava il cervello? Non fece altro che abbandonarsi a ...