1. Il tecnico


    Data: 17/05/2019, Categorie: Etero Autore: Davyd

    ... scala, mi accovacciai a terra e misi il braccio sotto al letto, cercando a tentoni l�attrezzo da lavoro. Alla fine afferrai quello che sembrava il manico del cacciavite.�Preso� mormorai. Estrassi il braccio e notai, con stupore, che quello che avevo in mano non era un cacciavite, bensì un dildo di notevoli dimensioni.�Hai capito la signora� pensai. Sentii dei passi avvicinarsi e subito rigettai il dildo sotto al letto, poi, appena la porta si aprì, mi chinai sulla cassa degli attrezzi.�Tutto a posto?� domandò la padrona di casa�Sì� risposi arrossendo leggermente �sto cercando il caz�ehm, il cercafase�. Ecco, una delle mie solite gaffe. La frittata era fatta. Per fortuna sembrò non accorgersi di nulla e mi lasciò lavorare.Terminato il lavoro di illuminazione e fate le dovute prove mi dedicai alle prese elettriche. Erano in numero abbastanza elevato, cosa strana per una camera da letto. Dopo un po� di lavoro sentii dei piccoli dolori alla schiena (provate voi a stare accovacciati tutto il giorno!) e mi alzai per stiracchiarmi.Fu allora che mi sentii abbracciare da dietro. La signora era entrata senza fare rumore. Potevo sentire il suo corpo caldo, fremente, attaccato al mio. I suoi enormi seni strusciavano contro la mia schiena. Le sue mani accarezzavano il mio viso ed il mio petto. D�improvviso, con forza, mi costrinse a girarmi, a guardarla. Era completamente nuda. Si gettò sul letto aprendo bene le gambe.�S-signora� balbettai �non credo che��.�Non fare il santarellino, ho ...
    ... visto come mi guardavi.�.�Beh, lei è molto bella, è vero, però non credo che�cerchi di capire�potrei perdere il posto, il capo è molto rigido�� a dirla tutta l�unica cosa rigida in quel momento era un�altra. Ad ogni modo, per evitare tentazioni, mi chinai subito e continuai a lavorare. La donna, sconsolata, abbandonò la stanza. L�erezione, piano piano, si affievolì.�Dimmi te se doveva capitarmi una ninfomane� mormorai tra me.�Dimmi tu se doveva capitarmi un santarellino� mormorò tra sé la signora, allontanandosi dalla stanza.Continuai a lavorare, ma periodicamente mi fermavo, rapito dai pensieri erotici. Ad ogni pausa sentivo il mio pene crescere all�interno dei pantaloni per poi ammosciarsi ogni volta che tornavo al lavoro.La porta si riaprii all�improvviso. Non mi voltai per non incrociare lo sguardo della padrona di casa.�Ti ho portato un caffè� disse con tono di scusa.�Grazie� risposi senza voltarmi e continuai a lavorare.Per tutta risposta la signora non se ne andò, anzi, si avvicino ancora a me, si accovacciò alle mie spalle ed iniziò a mordermi il lobo dell�orecchio, mentre con le mani mi massaggiava il petto, l�addome. Stavolta era troppo, non riuscii ad opporre resistenza. Sentivo i suoi seni premere sulla mia schiena, sentivo i capezzoli indurirsi. Sfido chiunque a resistere. Le sue mani avide si spostarono ben presto sull�inguine ed iniziarono a tastare il mio pene, peraltro già duro. Sollevò i pantaloni quel tanto che bastava per far entrare le mani ed iniziò a ...