1. Cagnetta


    Data: 17/05/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: agne78, Fonte: Annunci69

    Era stato chiaro da subito cosa cercavamo l'uno dall'altro. Nascosto tra le righe di pochi messaggi, non ostentato ma piuttosto delicatamente suggerito da sottili sfumature. Il modo di porsi, la scelta non casuale di alcune parole. Eppure non sapevo bene cosa aspettarmi dell'imminente incontro. Una cosa sola era certa, la comparsa prepotente di un'eccitazione vistosa in me, una frenesia, un tremore di mani, il labbro inferiore percorso da piccoli scatti. Non ho ricordi dei primi momenti dell'incontro, so che ebbi chiara la sicurezza che sarebbe stato mio, nel modo e nei tempi che avrei voluto. Occhi neri, liquidi e grandi, che, in qualsiasi posizione si trovassero rispetto a me, sembravano rivolgersi a me sempre dal basso verso l'alto. Sprazzi di conversazione. Poche parole garbate mai fuori posto, con la consapevolezza che il tono piuttosto che il contenuto esprimesse la realtà delle cose. Poi fu tempo di giocare. E ognuno giocò il suo ruolo come in un canovaccio appena abbozzato eppure già ben strutturato. Lo lasciai guardare mentre consumavo la mia cena, con la promessa che gli avrei lasciato qualche avanzo, come si fa ad un cane legato ad una corda non troppo lunga.
    
    Mi sembrò che fosse affamato per davvero, o almeno che fosse con simile brama che seguisse attentamente la posata che dal piatto si sollevava fino alle mie labbra. Cercavo di far durare quel movimento tanto a lungo da poter avvertire qualche segno di insofferenza in lui. Ma non ci fu, aspettò ...
    ... pazientemente che finissi e che sorseggiassi lentamente anche il mio vino.
    
    Non avanzò nulla per lui se non pochi sorsi di vino che bevve tutto d'un colpo appena pronunciai piano e sottovoce: "andiamo".
    
    Era ora di andare. Lo invito a seguire la mia macchina e arrivati alla nostra meta faccio cenno di accostare. Nel silenzio della strada deserta, senza pronunciare una sola parola, allungo il braccio e lascio scivolare sul suo palmo proteso un impalpabile intimo caldo e umido che ho sfilato al semaforo poco prima. Indico un portone e dico "aspetta lì".
    
    Parcheggio senza fretta nel cortile interno, percorro lentamente la corte e infine l'androne e avverto gocce che mi inumidiscono prepotentemente tra le gambe. Indugio ancora, percorro infine il corridoio che mi conduce alla porta a vetri che ci separa. Lui è lì, aspetta da tempo. È rimasto fermo, godendo del logorio dell'attesa. Tiene gli slip tra le dita e le labbra. Appena mi vede si avvicina, ma non avrà accesso facile. Sollevo la gonna, il vetro è tra di noi. Freme, poggia le mani sul vetro, dal mio labiale leggerà "seguimi e non staccare gli occhi dal mio culo". Non c'è anima viva in giro a parte noi , apro la porta, la lascio socchiusa e comincio a fare la strada a ritroso fino agli ascensori, di tanto in tanto mi giro per controllare che stia eseguendo la mia richiesta. Cammina lento e concentrato come una piccola damigella che regge il velo di una sposa, tiene gli occhi fissi sul mio culo come richiesto, ne agevolo la vista ...
«12»