1. Furia e sangue


    Data: 20/05/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: SinfoniaDInchiostro

    ... saremo sempre negli stessi scontri, ecco tutto.”
    
    Sospira di sollievo.
    
    Non ti lascia le mani.
    
    Eppure dovrebbe sapere che non sei materialmente in grado di andartene, né lui te lo lascerebbe fare.
    
    Girerebbe il mondo per riportarti a casa, o vivrebbe con te.
    
    Avvicini le gambe anche se non tanto da toccarlo, senti il suo calore attraverso l’acqua.
    
    La stoffa del suo drappo delinea fin troppo le forme del suo bacino.
    
    Uno dei tagli sulle tue nocche si riapre, sanguina per la forte stretta.
    
    “Mi dispiace” è affranto.
    
    Ci posa sopra la bocca.
    
    Lecca via il sangue come farebbe un gatto.
    
    Succhia per fermare il flusso.
    
    La sua bocca è più stordente di un gladio contro l’elmo, troppo dolce e calda.
    
    Placati, Furia.
    
    Divampa, la Furia.
    
    Incroci le gambe e lo spingi verso il tuo corpo in tumulto.
    
    Divori le sue labbra rosse di sangue, il tuo sangue, esplori quel nuovo sapore di lui.
    
    La tua virilità si gonfia, accarezzata com’è da quelle natiche piccole e soffici.
    
    Lo spingi via prima che l’ultimo barlume di raziocinio si spenga, prima di prenderlo lì nella vasca.
    
    “Vattene. Ora.”
    
    Abbassa lo sguardo, comprende.
    
    Diventa scarlatto ed esce senza guardarti in volto.
    
    L’acqua rossastra è semplicemente troppo calda per raffreddarti.
    
    È seduto sul tuo letto, ancora bagnato.
    
    “Di nuovo, fratello?” ti mormora quando ti vede oltrepassare la soglia.
    
    Slacci il drappo e mostri la tua virilità turgida e troppo piena.
    
    Si porta la mano fra le ...
    ... gambe.
    
    “A-anch’io.”
    
    Divampa, la Furia.
    
    Erutta, inimbrigliabile come un vulcano.
    
    Incedi lento verso di lui.
    
    Fa piano, ti ripeti mentalmente, è troppo leggiadro per te.
    
    Il suo corpo è liscio e puro, una statua perfetta.
    
    Il tuo è segnato e graffiato, tu sei carne da macello.
    
    Il suo candore si confonde con quello del lenzuolo di cotone.
    
    Si alza in piedi e ti raggiunge.
    
    Guardarlo e respirarlo fa male.
    
    Tocca a te sederti sul letto, la testa fra le mani.
    
    Si ferma davanti a te.
    
    Alzi la testa per guardarlo.
    
    Allunghi una mano per toccarlo.
    
    Sospira soffice “Ah, fratello.”
    
    Racchiudi la mano a coppa sul suo sesso eretto.
    
    Ci si siede letteralmente sopra ed inizia a muoversi piano.
    
    Riversa gli ansiti nel tuo orecchio, così innocente nel dirti quanto gli piace, quanto sia duro perché sei tu.
    
    Ti lasci scopare la mano ed intanto respiri il suo odore, bevi la sua pelle.
    
    Sei affamato.
    
    Lo sbilanci in modo che ricada sul letto.
    
    È così minuto a tuo confronto che, quando ti sistemi sopra di lui, quasi lo nascondi.
    
    Nessuno deve vedervi.
    
    Nessuno deve vederlo così, gemente e fremente di piacere.
    
    È tuo, solo tuo.
    
    Sei suo, solo suo.
    
    Il suo sesso sguscia fra le tue dita socchiuse, inizi ad accarezzarlo.
    
    Il tuo gattino miagola e si contorce, t’invoca.
    
    Le sue natiche deliziose si aprono quando si china maggiormente, mostrando il suo piccolo e pulsante buchino.
    
    La porta per il tuo personalissimo Ade.
    
    La porta per i ...