1. Con la sedia, davanti allo specchio


    Data: 24/05/2019, Categorie: Etero Autore: DottorPsiche

    "Il bello di scopare su quella sedia è che mi entra tutto dentro e poi posso metterti le tette giusto in bocca".
    
    Detto in quel momento, con quello sguardo mentre eravamo a lavoro, quell'affermazione mi suonò un invito palese, più che una battuta. Elena era così. Riservata e timida, ma quando voleva godere, tirava fuori un'inaspettata verve.
    
    Sorrisi, ci guardammo ed aggiunsi:
    
    "Non ti è bastato quello che ti ho dato ieri sera?"
    
    "Mmmmm, si bello...Niente male. Ma tu mi conosci, ormai stiamo insieme da anni. Sai bene come divento in quei giorni lì..."
    
    Quei giorni li erano quelli in cui il suo desiderio era incontenibile. Quelli in cui la sua carne era calda e umida, sempre pronta ad accogliere il mio corpo dentro se. Erano i giorni in cui anche un bacio sul collo diventava una provocazione e lei non chiedeva che di essere presa e riempita di caldo piacere.
    
    "Quella sedia, una benedizione. Ti dicevo che ci sarebbe servito per altro", le dissi sorridendole e facendole l'occhiolino.
    
    Era una sedia particolare, da lavoro. Con una seduta stretta, poteva regolarsi in altezza, come lo schienale. A noi piaceva, perché io potevo sedermi comodamente e lei si metteva cavalcioni su di me. In modo del tutto naturale il mio sesso si faceva strada profondamente dentro lei. Ecco il segreto della sedia.
    
    Un suono, il campanello cadde sul nostro sguardo come un colpo di spugna che fa pulizia di mille pensieri.
    
    Il corriere, alla porta con un pacco.
    
    Era quest'uomo che mi ...
    ... distoglieva dal desiderio.
    
    Corsi alla porta, un pò seccato. Credo il tizio se ne accorse, ma era il suo lavoro e nulla sapeva di quali erotiche fantasie travolgevano i nostri desideri.
    
    Presi il pacco, firmai e ritornai dove Elena stava lavorando.
    
    Era intenta a sistemare un abito sul manichino. Voglio che tu la immagini, in tutto la sua semplice e quasi casta bellezza.
    
    Non aveva il fisico di una modella, ma cosa interessa questo? Quanto poteva contare questo ai miei occhi? Nulla, Zero. Lei era il mio sogno erotico, il mio desiderio. I suoi lunghi capelli nerissimi e ricci, i suoi occhi di un verde scuro ed un sorriso unico, la rendevano per me di ineguagliabile fascino.
    
    Dentro di me avevo una certezza. Ora eravamo soli, la porta chiusa. Avrebbero potuto bussare, ma io potevo tener chiuso. Io potevo.
    
    Elena si sollevava sulle punte, per alzare l'abito sul manichino, con non poco sforzo. Splendida.
    
    Sentivo si volerla, ora, in quel posto.
    
    Credo non se lo aspettasse, perché sapeva che al mattino, durante l'orario di lavoro non volevo concedere troppo spazio agli "extra". Era dietro il manichino e mi dava le spalle. Le mani erano impegnate, tenendo il manichino e l'abito. Ci volle un attimo ed io fui dietro lei. Le mie mani passarono sotto le sue braccia, trovarono i suoi seni e la strinsi forte a me.
    
    Lei sorrise, sospirò : non aspettava altro. Reclinò la testa sulla mia spalla e mi sussurrò
    
    "Scopami ti prego..."
    
    La tenevo serrata a me, lei sentiva il ...
«123»