1. On the road


    Data: 29/05/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: reninytxis

    ... risata e l’altra. – Credevo volessi chiedermi di qualche signora compiacente … - aggiunse quando si fu calmato.
    
    Risi imbarazzato: a quel luogo comune non avevo pensato!
    
    Ci presentammo e lui si offrì di accompagnarmi. Proposi di muoverci in città con la mia auto e lui accettò.
    
    Ci vollero circa quarantacinque minuti per raggiungere la periferia di San Benedetto e di lì il porto. Ci fermammo ad una “osteria”, posto pulito, dall’arredamento spartano in cui aleggiava il classico aroma di fritto di pesce: la sala da pranzo sostanzialmente una via di mezzo tra un enorme gazebo ed un capannone, con un terzo dei tavoli occupato da clientela.
    
    Davide, la mia guida, salutò e scambiò qualche chiacchiera con alcuni dopo avermi presentato, e scegliemmo un tavolo lì vicino. Tra gli avventori c’erano trasportatori come Davide, alcuni Vigili del Fuoco ed altri operatori del porto che si erano fermati a cena dopo il servizio, più varia umanità. Davide chiese consiglio alla signora che serviva ai tavoli sulla scelta delle pietanze e non rimasi deluso: una zuppa di pesce che non avrei più assaggiato da nessun’altra parte ed un cartoccio di sarago alle olive dal profumo inebriante.
    
    La cena fu allegra. Davide bevve abbastanza Falerno da farmi temere che potesse crollare sotto il tavolo. Mi invitava in continuazione a bere ma dovetti rifiutare: sono terrorizzato dall’alcool se devo guidare! Non tanto per il timore di incidenti quanto, piuttosto, per la paura degli etilometri. ...
    ... Comunque il mio nuovo compagno di bisboccia sembrava reggere bene quel bianco.
    
    Era quasi l’una quando l’intera combriccola fu “cortesemente” invitata ad andare a far chiasso altrove. Salutati gli amici, ci dirigemmo alla macchina.
    
    -Conosci un buon posto per dormire? – gli chiesi.
    
    -Oh si! – rispose – Ma perché dovresti spendere altri soldi? La cuccetta della mia cabina è enorme. Sarai mio ospite.
    
    -Ma no! – cercai di obiettare – È troppo disturbo …
    
    -Ma dai! – mi interruppe dandomi una pacca sulla coscia – Tranquillo …
    
    La mano rimase lì per un attimo, prima di scivolare via … Davide sedeva con gli occhi chiusi, rilassato, assecondando i movimenti dalla macchina.
    
    Rientrati all’area di servizio parcheggiai nella zona “auto” e ci dirigemmo verso il mezzo di Davide. Salii per primo.
    
    -Non è difficile: passa tra i sedili e sali sul materasso.
    
    Mi misi a sedere aspettando che Davide mi raggiungesse: temevo di mostrarmi scortese prendendo posto prima che me lo mostrasse lui. Ma quando fu di fronte a me, senza dire una parola, mi appoggiò la mano sul petto e, lentamente ma decisamente, mi costrinse a distendermi, mentre con l’altra mano massaggiava la patta dei miei jeans.
    
    Non avevo bevuto eppure … Ero come stordito … Sentii la cintura slacciarsi, la cerniera ronzare … la barba ispida graffiarmi la pelle del ventre attorno a quei punti in cui labbra e lingua, caldissime, invece mi provocavano sussulti che non avrei mai sospettato … Rividi in un flashback le occhiate ...