1. Il collare - Cap.5


    Data: 31/05/2019, Categorie: Zoofilia Autore: SBD, Fonte: EroticiRacconti

    ... oltre il bracciolo del divano, coperto solo da uno striminizito tanga nero. Ce l'avevo proprio davanti al muso. Il vestino era rimasto quasi tutto arriccianto sotto il suo seno, dall'altro lato del bracciolo. La carne lattea, liscia, delle cosce infilate dentro le autoreggenti nere, erano decorate con dei piccoli pipistrelli notai. Leccai quelle natiche, bianche uova di struzzo, fino a renderle lucide di saliva. La pelle di Martina aveva un sapore buonissimo in quel punto, quasi totalmente scevro dal profumo con cui si innaffiava il collo tutte le mattine. La sentivo ridere e soffiare tra se, nel sonno, quasi le stessi facendo il solletico. Provai a sfilarle gli slip. L'elastico era una sottilissima striscia di tessuto, praticamente filo interdentale per la bocca di Ged. Sentivo ogni piccolo pelo sulla pelle di lei, l'osso piatto del coccige, ma addentarlo pareva impossibile. Dopo diversi tentativi a vuoto, ci riuscii quasi per caso, tuttavia non senza involontariamente graffiare la delicata pelle della mia bella padrona. Il sapore metallico del sangue mi invase la bocca, un vero e proprio shock. Presi le distanze e constatai come fosse davvero solo un graffio quello che le avevo fatto, un microscopico taglietto appena sopra la natica destra, nuda, bellissima, tanto che lei nemmeno se ne era accorta. Mi rituffai in quella meraviglia, lasciando che la muscolosa lingua di Ged esplorasse ogni anfratto di quel sesso curato e già deliziosamente umido. Di certo stava pensando ad ...
    ... Alberto, la bella Martina. I suoi soffi si fecero più rochi, di tanto in tanto tratteneva il respiro, rilasciandolo d'un colpo qualche secondo dopo. Con malizia tutt'altro che canina, guidai la lingua tra i petali carnosi, spingendola con forza come fosse un cazzo senziente dentro di lei. "Mmmm... non ti fermare ..." Irrigidii quel liquido fascio di muscoli meglio che potei, ne feci uno statuffo. Martina sussultava e gemeva ad ogni spinta, la ruvida superficie della lingua di Ged si strofinava, grattava quasi, contro le pareti della sua intimità fin nel profondo, provocando un profluvio di umori che si mischiavano alla spessa saliva canina. Venne, sentii il suo corpo tendersi come un arco e poi scoccare. Piccoli brividi ancora la scuotevano, ansimava, quando mi scostai da lei. Il sesso, poco fa solo un piccolo bocciolo, stretto e geloso di se, era fiorito,sbociato in una, rossa, soffice, opulenta rosa, bramosa di sguardi e certamente di altro. La stazza di Ged rese facile approfittarne. Mi sollevai sulle zampe posteriori, cercado di muovere quel corpo pesante con il massimo della delicatezza. Potevo schiacciarla Martina col mio peso. Sentivo il cazzo gonfio, dolente, un'urgenza esasperante. Il piccolo sedere sodo della ragazza, umido di umori e saliva mi provocava, la fresca pelle, liscia e sfuggente mi sfiorava la punta, incitandomi a spingere, ad abbandonarmi all'istinto animale. Non cedetti, non ancora almeno. Sapevo di aver bisogno di essere lucido in quel momento. Martina ...
«1...345...»