Il collare - Cap.5
Data: 31/05/2019,
Categorie:
Zoofilia
Autore: SBD, Fonte: EroticiRacconti
... così, indifesa, ronfare sonoramente mi fece venire un idea. Forse avevo trovato qualcosa di interessante da fare... La annusai con circospezione, non essendo sicuro di come potesse reagire e di quanto fosse effettivamente ubriaca. Il suo profumo mi respingeva, sembrava che tutto il costume ne fosse impregnato, assieme ad un odore che credo fosse quello della naftalina misto a muffa. Feci per addentare il mantello, ma mi bloccai. Una breve, furiosa, battaglia ebbe luogo dentro la mia testa in quel microsecondo di esitazione. Ripensai a quello che avevo fatto con Sveta, al fatto che non mi sentissi in grado di mordere nessuno... Che bravo... Però forse Martina era il bersaglio giusto, l'anello debole... Di certo sembrava la persona che più di tutte in casa fosse predisposta ad essere spaventata da Ged, nelle giuste condizioni. Già, le giuste condizioni... Quali potevano mai essere? Non vado fiero di quello che successe dopo. Strattonai il mantello, venne via con estrema facilità, dacchè il laccio attorno al collo della ragazza era già stato sciolto precedentemente, probabilmente da lei stessa nel tentativo di mettersi più comoda. Il costume in se, privato di quella protezione, era veramente succinto e provocante . Infilai immediatamente il muso sotto la corta gonna, tra le cosce. Ah, si, quello era un odore che mi piaceva, l'odore di femmina. Sentii mugolare Martina sommessamente, ma visto che il mio obbiettivo era quello di farmi buttare fuori di casa, non ci badai poi tanto. ...
... Mi ero dato una scusa perfetta... Perfetta per approfittare appieno dell'impunità che mi dava quella mia condizione... Perfetta per abbracciare quel lato animale che mi era cresciuto dentro, all'ombra del mangiare le cose da terra, dello stare nudo per tutto il tempo, del farmi il bidet con la mia stessa lingua. Cercani addentare gli slip di Martina, ma da quella posizione non mi riusciva. Mi ritrassi, le leccai la faccia, cercando di capire che margine di manovra avessi, quanto capisse di quello che succedeva. Il trucco da strega era un po' sfatto, il pesante strato di mascara attorno agli occhi le si era sciolto sulle gote, doveva aver pianto... Solo il rossetto viola, lucido, sembrava ancora perfetto, sapeva di frutta. "Mmmm...Albertoh..." Balzai sul divano. Se uno scienziato avesse osservato la scena, avrebbe sicuramente preteso di studiare quel cane al termine di tutto... Presi nella mia bocca una delle sue caviglie, sentivo la fibbia delle scarpe di vernice contro la lingua, la fibra delle calze impigliarsi nei denti. Tirai, prestando la massima attenzione che il piedino di Martina non subisse danni tra le poderose mascelle di Ged durante quell'operazione. Non fù così difficile, era una scricciolo quella ragazza e la stoffa sintetica del costume scivolava a meraviglia sul divano. Mollai la presa, balzai giù sul costoso tappeto persiano, poi ricominciai a tirare, da terra questa volta. Terminata l'opera, guardai con soddisfazione il bel sedere tondo di Martina sporgere ...