1. Mela viola(ta) il seguito


    Data: 19/10/2017, Categorie: Etero Autore: giulialuca, Fonte: Annunci69

    Lo possedeva ogni volta come una succosa, lucida rossa mela.
    
    Lei -biancaneve-, delicata, fragile, indomabile.
    
    Lo conquistava ogni qualvolta lei volesse. Basta un semplice “SALVE”.
    
    “Salve”
    
    “A lei”, rispondeva con la gola strozzata dal’ inquietudine che gli trasmette, il non sapere lo rende inquieto.
    
    “ti aspetto, domani. Nel retro bottega.”
    
    “A domani.”
    
    Lei; lieve donna candida, era la sua “Mistress”, lo possedeva in tutto e per tutto. E lui, suo schiavo pronto a tutto e per tutto per lei.
    
    Per quel amore contorto che provava, che sentiva ogni volta che lei lo sottomettesse alla sua furia istintiva.
    
    Di comandarlo. Possederlo. Istigarlo al sesso estremo.
    
    Essere suo e di nessun’altra.
    
    -Il retro bottega era un locale piccolo con una sola finestra, di piccole dimensioni, una porta con una vetrata.
    
    Non c’è era nulla se non una attrezzo per i pesi. Dove ti siedi e tiri giù i pesi per farti le braccia.
    
    Bianca aveva ricoperto l’attrezzo di seta nera.
    
    La sedia del peccato, pensava.
    
    Accanto aveva un tavolino, con sopra un cestino con dei nastri di velluto rosso, una fascia di seta sempre nera molto piccola.
    
    Ansima lenta nei movimenti. Si stava pregustando la scena che da li a poco l’avrebbe incendiata del tutto.
    
    Si sente padrona del mondo, quando si ricopre di pizzo nero e tacco 12.-
    
    “Toc. Toc.
    
    toc”
    
    Entra con suo modo di fare, testa china, bocca serrata.
    
    Difficilmente la guarda negli occhi, difficilmente ci riesce. Sa che ...
    ... facendolo potrebbe succedere come Medusa, ne rimarrebbe pietrificato.
    
    Lei si avvicina, non sprecano parole. Se non per comandi da eseguire.
    
    Lo spoglia del cappello, il cappotto.
    
    Lenta lo spoglia tutto, lo sveste.
    
    La sua carne color oro si lascia avvolgere dalla luce soffusa in un angolo, si intravedono i volti. Immersi d’emozioni, quasi tremanti.
    
    Ogni volta è come se fosse la prima volta. Nudo, gli indica la sedia.
    
    “Siediti”
    
    Obbedisce.
    
    Seduto fissa il vuoto, pur di non fissare lei.
    
    Sul tavolino accanto prende quel piccolo pezzo di velluto e lo benda, lui bendato si sente al sicuro. Sa che non la può vedere, ma solo sentire.
    
    Nel legarle la benda dietro la nuca spinge il seno contro il suo volto, si cospargono di brividi entrambi.
    
    Silenziosi brividi.
    
    Legata, posa le mani sulle spalle, lenta scende sulle braccia forti, robuste, afferra i polsi e li porta in alto.
    
    Lui tace sottomesso, si lascia fare tutto. Si trattiene nei respiri ma il suo corpo risponde in altro, l’eccitazione aumenta,l’erezione ha inizio, ed è questo che vuole lei, eccitarlo senza toccarlo.
    
    Prende il velluto rosso e lega le mani dietro all’asta dell’attrezzo , quasi come consolarlo accarezza sfiorando il petto, scende. Gli divarica le ginocchia il giusto e fissa anch’esse al lati, con il velluto rosso.
    
    È freddo nella stanza e l’unica fonte di calore visibile è la luce. E, l’unica fonte di calore percettibile sono loro due, infuocati a possedersi.
    
    Legato le gambe ...
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