Fu una gran bella vacanza
Data: 09/06/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Foro_Romano
... mano, ma questa volta mi bagnò il buco prima con il palmo aperto e poi con due dita fece una leggera pressione allo sfintere, quanto bastava per bagnarlo. Prese decisamente in mano quell’enorme fallo e lo appoggiò all’entrata con un desiderio imperioso. La mia paura anziché aumentare svanì: anch’io lo desideravo con tutto me stesso. Spinse un po’. Non mi fece male: lo volevo. Un secondo ed ancora una piccola spinta. Ancora non mi fece male: lo volevo. “Mmmmmm grrr”.
Con una botta feroce mi spaccò tutto. “AAAhhhhh, siiiii”, disse soddisfatto. Gridai ma il mio grido rimase sul palmo della sua mano che provvidenzialmente mi aveva posto sulla bocca. Ma era entrato solo per metà. Il dolore era forte ma il mio desiderio lo era ancora di più. Altra potente spinta e tutto sprofondò in me fino ai coglioni. Non emisi suono. Il grido mi si era spezzato in gola.
Cominciò subito a fottermi con una forza animalesca. “Prendilo tutto, troia... Prenditi ‘sta mazza, lurida puttana... Ti spacco il buco, zoccola... Ti sfondo il culo, frocio schifoso...”. Sublimi parole che mi mandarono subito in paradiso. Aprii gli occhi e lo vidi sopra di me, stravolto, bellissimo. Venni subito sulla mia pancia.
Lui no. Mi prese per le caviglie e ci dava dentro di brutto, quasi volesse mettermi dentro anche le palle. Furono minuti di puro godimento. Poi mi uscì dal culo, mi mise a pecora e ricominciò a fottermi senza pietà. Tanto forti erano le sue spinte che scivolai prono e lui mi fu sopra, ...
... sdraiato. Il suo grande corpo di uomo schiacciava il mio, piccolo, di ragazzo. La monta continuò ancora per molto fino a che, con un ruggito di animale al culmine della soddisfazione, mi sparò in culo una quantità di sborra interminabile. Giù, nel più profondo della mia pancia, tutta. Ad ogni spinta una scarica. Ero pieno di sperma. La sentivo ad ogni bordata.
Si lasciò andare, esausto, sopra di me, col respiro affannoso. Potevo sentire il suo cuore battere all’impazzata. Il suo cazzo aveva scossoni irregolari che lo scaricarono fino all’ultima goccia. Con un sospiro mi disse in un orecchio: “Troia. Sei una troia favolosa. Adesso sei mia”. Io godetti ancora contro le lenzuola.
Uscì da me e si sdraiò, respirando ancora affannosamente. Si voltò verso di me e mi sorrise, col suo viso così virile ormai rasserenato. Mi accarezzò. Io lo coprii di bacetti. Gli leccai l’ascella sudata. Mi accoccolai sulla sua spalla.
Mi baciò sulla bocca. Mi guardò. “Ti piace essere la mia vacca?” “Tanto”, gli risposi. Mi baciò di nuovo. Ancora, ancora, con la lingua sempre più in profondità. E ricominciò. Mi scopò ancora una volta venendomi dentro. E poi ancora un’altra, ma questa volta sborrandomi in bocca e facendomi assaporare lo sperma di un vero maschio.
Così per tutta la vacanza. Ogni giorno sborrava su di me, dentro di me, almeno tre volte. Adottammo sempre lo stesso sistema per incontrarci. La sera e la mattina appena svegli, poi, era il mio compagno a scoparmi una o due volte. Fu una ...