1. 057 - La giovane "Rouge" rapita e stuprata


    Data: 09/06/2019, Categorie: Etero Incesti Sesso di Gruppo Lesbo Dominazione / BDSM Gay / Bisex Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu

    ... come il marmo, anche se del marmo, tranne la consistenza, non aveva nulla, anzi, i miei cocuzzoli erano sensibilissimi e morbidi al tatto, ed io ne andavo giustamente fiera. Camminando per la strada, mi muovevo ancheggiando mostrando orgogliosa la forma statuaria del mio sederino. Succedeva spesso che, a casa mia, nella mia cameretta, mi mettessi davanti allo specchio e, nuda come un verme, mi auto compiacessi delle forme del mio giovane corpo.Quando ammiravo il ventre piatto e vedevo il mio cespuglio di riccioli rossi, spesso la mia mano scivolava fra le gambe, raggiungendo la mia ancora vergine vagina ed iniziavo a masturbarmi fin quando l�orgasmo arrivava al gran galoppo e come un uragano, mi sconvolgeva, scuotendomi e facendomi stringere fortemente le cosce, serrando e imprigionando fra di esse la mia manina porcella e birichina.Erano le venti ed io, ero stata tutto il pomeriggio da una mia amica, chiamerò anche lei con il suo soprannome, ovvero Cozzetta, per il fatto che mi stava sempre appiccicata. Durante quelle ore trascorse assieme, noi parlammo parecchio, di ragazzi, poi della scuola e soprattutto ascoltammo in silenzio la nostra musica preferita. Lei ed io eravamo molto amiche e ci confidavamo tutti i nostri più intimi segreti. Mi ricordo che quella fu un estate torrida e che �Cozzetta� ed io, quel giorno, per mitigare il gran caldo, ci svestimmo e ci regalammo una doccia interminabile, tutte e due nude sotto il potente e massaggiante getto d�acqua. Ci ...
    ... accarezzammo, delicatamente, ma non ci fu nulla di erotico o pornografico in quell�atteggiamento, fu veramente solo il sottilissimo piacere di due ragazze che si lavano vicendevolmente, strofinandosi impercettibilmente la pelle morbida e liscia. Quando uscii da casa sua era quasi buio ed io immersa nei miei pensieri, raggiunsi la fermata dell�autobus, guardai l�orario di arrivo e poi mi sedetti sulla panchina metallica ad attendere l�arrivo del mezzo pubblico. Con il classico senno di poi e alla luce di quanto successo poco dopo, credo che quel mio gesto naturale di sedermi, fu il mio primo errore, forse sarei dovuta rimanere in piedi, magari un po� più nascosta nell�ombra e invece mi esibii, accavallando le gambe come d�abitudine e scoprendo quasi totalmente le mie belle cosce tornite. Una macchina rossa, scassata, passò per la strada e sentii i commenti salaci e volgari di quattro giovinastri che con i finestrini abbassati si rivolgevano a me ad alta voce.Mi guardai attorno e purtroppo non c�era nessuno, poi vidi che si allontanavano, tirai allora un sospiro di sollievo e mi alzai avvicinandomi al pilastro di cemento che sosteneva la pensilina. Mi sentivo più protetta li nell�ombra, credetti di essere quasi invisibile e fu il secondo mio tragico errore. Sempre con il senno di poi, avrei dovuto attraversare la strada e raggiungere il bar che c�era proprio di fronte, ma non lo feci.Loro, infatti, ripassarono in senso inverso e questa volta si fermarono e con un italiano parecchio ...
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