Il figlio sterile
Data: 21/10/2017,
Categorie:
Etero
Incesti
Autore: Guzzon59, Fonte: RaccontiMilu
... quella di Massimo si celava dietro un comportamento apparentemente tranquillo.Intuendo l�imbarazzo di Debora, risposi io al loro posto.�Che domande fai Carla! Ma certo che ci accontenteranno! Dagli tempo! Sono ancora ai preliminari, quando passeranno all�azione, vedrai che non si fermeranno più! Ce ne faranno una tribù! AhahahDebora alzò lo sguardo verso di me, e imbarazzata mi fissò intensamente. Le risposi con un sorriso strizzandogli un occhio.�Vero Debora? Che quel pigrone di Massimo si deve impegnare di più?Dopo un attimo di esitazione. Continuando a fissarmi. Si sbloccò, come se avesse capito le mie intenzioni, quindi si sforzò di ridere per tenermi il gioco.�Certo papà! Diciamo che non brilla d�iniziativa! AhahahaMassimo, sentendosi preso in giro:�Monella che non sei altro! Se non sbaglio quando ti alzi dal letto non mi sembra che tu abbia l�aria di una donna insoddisfatta! Anzi! AhahahahDebora si emozionò, e le sue gote si coprirono di un rosso scarlatto. Ma il gioco non poteva essere interrotto con atteggiamenti di sconforto, per cui strinse i denti e si lasciò andare ad una grassa risata. Velando quella tenue tristezza che solo io avevo intuito.Debora è una ragazza intelligente e capace di adattarsi a qualsiasi circostanza imprevista. A tale personalità univa una bellezza raffinata, con un aspetto esteriore sensuale, occhi azzurri e capelli rossi, lunghi e lisci. Con Massimo formavano una coppia speciale. Lui moro, occhi verdi e capelli ricci.Un contrasto cromatico ...
... piacente che caratterizzava la bellezza della loro unione.Durante la giornata, tra dialoghi e pettegolezzi vari, finalmente ebbi l�opportunità di restare da solo con Debora.Ci avviammo lungo il viale del giardino, tra le siepi di rose fiorite e gli alberi di ciliegie cariche del loro dolce frutto maturo.Arrivammo fino alla quercia che divideva il giardino dalla strada sterrata, a ridosso della staccionata, ove avevo costruito una serie di panche in legno, che alla bisogna servivano come posto di vedetta e punto di osservazione privilegiato quando avevi la fortuna di alzarti presto al mattino ed assistere al miracolo dell�alba.Era vestita con jeans stretti, attillati, e maglietta aderente alla vita, che non celavano nulla del suo bellissimo carpo snello, si sedette al mio fianco.Dopo alcuni minuti di silenzio, la mia voce le arrivò come un suono molesto.�Mi dici quale è il problema che ti affligge?Alzò il capo guardandomi distrattamente, come se volesse evitare di fissarmi negli occhi.Con tono imbarazzato:�Papa! Non capisco? Di che cosa stai parlando?�Debora! Guardami negli occhi! Non sono stupido! C�è qualcosa che mi nascondi! L�ho capito subito! è legato al fatto che non arrivano i bambini! Vero?Senza rispondere fece oscillare il capo, ed i lunghi capelli ruggine che le cadeva sul seno, confermando le mie supposizioni.�Quale il problema?�Massimo è sterile!Rimasi senza fiato. Non potevo credere che mio figlio fosse sterile. Quelle parole mi fecero immaginare un frutto senza ...